70 anni fa
Era il 27 giugno 1950 quando la politica e giurista ceca Milada Horáková – simbolo della resistenza prima antinazista e poi anticomunista – venne giustiziata nella prigione praghese di Pankrác, condannata per cospirazione e tradimento. All’epoca Horáková aveva 48 anni e fu l’unica donna fra le 234 vittime politiche giustiziate dal regime comunista in Cecoslovacchia dal 1948 al 1960. Secondo l’accusa, la politica sarebbe stata a capo di una cospirazione ordita da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia contro il governo cecoslovacco. Durante la prigionia subì torture sia fisiche che psicologiche affinché confessasse, ma sempre senza alcun risultato e a nulla servì la sua difesa intrisa di valori civili e patriottici. Molte figure di spicco come Albert Einstein, Winston Churchill ed Eleanor Roosevelt firmarono una petizione per impedire l’ingiustizia, ma le accuse contro di lei non caddero. Il verdetto del processo fu annullato nel 1968 e la sua figura completamente riabilitata negli anni ‘90.