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Questa è una storia di artigiani. Cominciata al tempo dell’Impero, alla periferia dell’Impero. Allora si chiamava Karlsbad, Karlovy Vary, quando la Boemia era l’ultima regione settentrionale della grande Austria-Ungheria. Questa storia, è una storia d’oggetti che si fanno con le mani, concepiti, eseguiti nelle due stanze di una bottega. O almeno, così è cominciata, centosessanta anni fa, l’avventura di Ludwig Moser nel mondo del cristallo.

È il 1857, quando nella città delle “Terme di Carlo” questo giovane tedesco di origine ebraica fonda la Ludwig Moser & Söhne, un laboratorio di lucidatura e incisione del vetro prodotto nella regione. Le coordinate di questi avvenimenti non sono casuali: per dirla con Brodskij «ci sono luoghi dove la geografia provoca la storia», ed è il caso di questa terra che già dal medioevo aveva fatto della produzione e lavorazione vetraria uno dei suoi settori di maggior produttività. Prima lavorato per semplice necessità, destinato ad oggetti d’uso quotidiano, dal XV secolo il mercato del vetro tedesco entra in competizione diretta con la produzione di cristallo veneziano smaltato e decorato. È allora che la necessità dettata dalle leggi di mercato aguzza l’ingegno degli artigiani boemi: ammirazione, osservazione, duro lavoro permettono di uguagliare, migliorare, infine superare il cristallo prodotto in Laguna.

La nuova formula prevede la produzione di un vetro più potassico di quello veneziano, più robusto, capace di resistere ad un’incisione alla ruota. Passano gli anni, si fanno aggiustamenti su formule e materiali di produzione: l’aggiunta di carbonato di calcio come stabilizzante nel composto è un ulteriore passo avanti. Nel Settecento cominciano le esportazioni verso l’America, l’Europa meridionale, la Scandinavia e la Russia, che aumentano costantemente col passare degli anni. Così, con questa eredità sulle spalle, Moser comincia a cesellare i suoi vetri. Il primo successo arriva dalla capitale: all’esposizione internazionale di Vienna del 1873 i suoi cristalli sono premiati per qualità e bellezza d’incisione. Ma non è che un inizio promettente.

La vera svolta arriva vent’anni dopo, nel 1893, quando Ludwig Moser prende le redini di una fabbrica che produce vetro a Karlovy Vary, registrandola col nome di Karlsbaderglasindustrie Gesellschaft Ludwig Moser & Söhne. La nuova azienda, che dall’inizio impiega quattrocento operai, comincia la produzione di cristalli di Boemia senza piombo secondo una formula che impiega calcio e potassio. Il prodotto finito è più leggero, meno rifrangente, e d’una luminosità straordinaria. Queste caratteristiche assieme agli intagli, incisioni dorate e floreali sono da subito la firma inconfondibile di questa produzione d’arte. L’azienda, che vede impiegati anche i due figli di Ludwig Moser, Gustav e Rudolf, diventa ben presto un punto di riferimento europeo e mondiale per lavorazione ed esportazione di preziosi oggetti di cristallo: bicchieri d’ogni forma e colore, caraffe, piatti, vasi. Nel 1901 all’azienda boema si spalancano le porte d’Oriente e Moser diventa fornitore esclusivo di cristalli per lo Shah di Persia. Bastano pochi anni e anche l’Europa cade convinta e conquistata dalla bellezza fragile e luminosa di questi oggetti: prima, nel 1904, l’imperatore d’Austria, poi, quattro anni più tardi, la corte d’Inghilterra, retta da Edoardo VII, scelgono di riempire i propri salotti con i cristalli prodotti a Karlovy Vary. Nel 1910, accanto al lavoro di incisione e taglio, appare il decoro acidato marcato ad oro.

Il 1923 è l’anno del miracolo: duecentotredici pezzi della collezione Pope vengono regalati a Papa Pio XI al momento della sua salita al soglio pontificio. Il resto è storia contemporanea non meno altisonante: nonostante l’azienda paghi dazio alla grande depressione economica degli anni trenta che la vede costretta a ridurre drasticamente il personale, i suoi cristalli mantengono una costante qualitativa inimitabile. Del 1940 è il “Diploma di Gran Premio” ricevuto dall’azienda cecoslovacca alla Biennale di Milano. Nel 1947 il servizio Splendid è offerto come regalo di nozze alla regina Elisabetta II d’Inghilterra. Il marchio è talmente affermato che nemmeno il pugno di ferro del regime comunista e la nazionalizzazione di tutte le industrie del 1948 annienta o svilisce la produzione. Pezzi unici continuano ad essere esposti e premiati in tutta Europa: Francia, Inghilterra, Belgio, Austria e Italia. Questa fama internazionale vale all’azienda l’epiteto di “Re del vetro, vetro dei re”. E dei presidenti, verrebbe da aggiungere. Perché, venendo ai nostri giorni, anche di recente il primo ministro ceco Peter Nečas, in occasione di un incontro con Barack Obama, ha offerto all’inquilino della Casa Bianca un servizio di bicchieri e una caraffa Moser, spiegando che questi prodotti «rappresentano nel modo più opportuno la Repubblica Ceca nel mondo».

Del resto nemmeno le bastonate recenti della crisi economica degli anni zero ha mandato in frantumi la fortuna dei cristalli di Boemia. Dopo alcuni anni difficili nel 2011 è iniziata la ripresa, con l’azienda che ha ricominciato a registrare utili da milioni di corone, grazie al ritrovato interesse di mercati storici come l’Europa e gli Stati Uniti e la crescita consistente di esportazioni verso Russia, Cina e Giappone. Ma non solo l’azienda di Karlovy Vary ha rialzato la testa, perché l’intero settore dell’industria del vetro ceco sta vivendo una nuova primavera. Nel 2012 il fatturato complessivo di queste aziende in Repubblica Ceca ha oltrepassato i quaranta miliardi di corone, circa un miliardo e mezzo di euro, con un incremento dell’otto percento sull’anno precedente, una soglia superata l’ultima volta nel 2008, l’anno di inizio della crisi.

Proprio la Moser, azienda, che conta due negozi monomarca nel centro di Praga ed uno nella sede di Karlovy Vary, nel 2011 è entrata a fare parte del prestigioso Comité Colbert, l’associazione francese che raggruppa le settantacinque più importanti marche di lusso francesi. Moser è la prima ed unica ceca ad essere ammessa nel circolo. Perché nessuno sta più in alto del re.

di Edoardo Malvenuti