Yellow Ribbon Run, l’iniziativa di RunCzech per attirare l’attenzione sul problema del reinserimento nel mondo lavoro degli ex carcerati
“Mi alleno tre volte alla settimana, correndo attorno a un edificio. È un circuito di 250 metri e per fare i miei 10 km di training lo devo percorrere una quarantina di volte”. A raccontarlo con precisione matematica e con evidente soddisfazione è Vladimir, trentenne, di Brno, ma detenuto nel carcere di Kuřim, dove sta scontando una condanna di alcuni anni per un tentativo di truffa.
Lo abbiamo incontrato a Praga, nella sede del RunCzech, dove è stato accompagnato per partecipare alla presentazione alla stampa di Yellow Ribbon Run, il nuovo progetto che sarà realizzato quest’anno nell’ambito della Prague Marathon di RunCzech, l’8 maggio.
Accanto a lui ci sono anche Lenka, Sandra e Pamela che per l’occasione sono arrivate a Praga dalla prigione di Světlá nad Sázavou, dove si allenano da qualche settimana sfruttando un percorso interno di 350 metri, fra muro di cinta e reti metalliche.
Lenka, 35 anni, lo sport lo ha praticato da ragazza, prima di infilarsi nel tunnel della tossicodipendenza, dello spaccio e infine della prigione. Ha già scontato un quarto della pena e uscirà fra un anno e mezzo, ma intanto la corsa ha già cambiato la sua vita. “È la mia nuova droga” sorride. Più o meno la medesima situazione e le stesse sensazioni delle sue due compagne di allenamento: Sandra, che in cella c’è finita per delle truffe, e Pamela, venti anni, che è stata condannata per una rapina. Tutte e tre ringraziano la loro istitutrice, la signora Zuzana Matlachová, che le ha trascinate in questa avventura.
Poi ci sono Milan e Petr, che l’esperienza carceraria se la sono lasciata alle spalle da qualche tempo e che si sono rifatti una vita, in primo luogo trovando un lavoro e riuscendo nel tempo libero a praticare attività sportiva e a prepararsi per l’appuntamento con la Maratona di Praga.
Tutti loro, l’8 maggio, parteciperanno alla Maratona correndo in staffetta. Le squadre del “nastro giallo”, secondo quanto annunciato, saranno formate da detenuti, ex detenuti, personale della polizia penitenziaria e proprietari o manager di grandi aziende disposti ad accogliere fra i propri dipendenti persone che escono dal carcere.
Lo scopo del progetto Yellow Ribbon Run – che vede fra gli organizzatori il Penitenziario di Světlá nad Sázavou, il Business Leaders Forum e il RunCzech – è diretto proprio a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del reinserimento nel mondo del lavoro degli ex carcerati. Il problema non è chiaramente solo di questo Paese, ma si calcola che in Repubblica Ceca il 70% delle persone uscite dalla prigione sia destinato a non trovare occupazione e che questo sia uno dei principali fattori della elevata recidiva. L’iniziativa è diretta anche a rompere il muro di pregiudizi, spesso così difficile da superare, che si crea attorno a chi tenta di rimettersi in gioco, dopo aver pagato il proprio debito con la società.
Yellow Ribbon Run – realizzato quest’anno per la prima volta in Repubblica Ceca e in Europa – arriva da Singapore, dove dopo 11 edizioni sono state create migliaia di opportunità di lavoro per gli ex detenuti. Nella città asiatica il governo ha anche avviato una campagna annuale di nastri gialli per promuovere l’esigenza di offrire agli ex detenuti una seconda possibilità. È consueto che in questa occasione i cittadini si appuntino il nastrino simbolico sulla camicia per manifestare la propria solidarietà a chi cerca di rifarsi una vita.
“RunCzech vuole valorizzare determinati valori e Yellow Ribbon Run è proprio uno di questi. È molto importante che chi ha commesso degli errori e ha pagato il suo debito, abbia la possibilità di reinserirsi nella società in maniera dignitosa” ha sottolineato Carlo Capalbo, patron del RunCzech.
di Giovanni Usai