Da Nymburk a Libeň, da Kersko alle birrerie praghesi: i luoghi significativi per l’autore ceco più originale del Novecento
Per celebrare il centenario di Bohumil Hrabal intraprendiamo un viaggio in Boemia e Moravia, alla scoperta di città e paesi legati alla sua vita. La prima tappa del nostro itinerario è Brno Židenice. Nell’ultima casa di via Balbínova ulice il 28 marzo 1914 viene alla luce il piccolo Bohumil, figlio della giovane Marie Kiliánová e di un ufficiale austriaco che non lo riconosce. Due anni più tardi Marie sposa František Hrabal, contabile del birrificio di Polná, dove si trasferiscono ma Bohumil torna spesso a Brno per trascorrere le estati dai nonni. A Polná ama seguire la banda nei cortei funebri e poi in birreria dove, a soli quattro anni, si ubriaca per la prima volta.
Nel 1919 la famiglia si stabilisce a Nymburk. Hrabal cresce nel locale birrificio in cui lavora il padre. Per nulla attratto dalla scuola, dove accumula bocciature, passa il tempo al fiume e giocando a calcio ma soprattutto è affascinato dalla fabbrica e da tutte le fasi di produzione, di cui parla ne La Tonsura (Postřižiny). Il Birrificio Nymburk gli dedica la birra Postřižinské pivo, riprendendo il titolo del libro. Nel 1935 si sposta a Praga per gli studi in legge ma non dimentica la vecchia Nymburk della Prima Repubblica, luogo di un’infanzia felice dove ha formato il suo rapporto con la vita e la letteratura. Un posto a lui così caro che in un primo periodo ci torna spesso, anche solo per passeggiare la sera lungo l’Elba. “Per lui Nymburk era semplicemente la città delle città e il birrificio il suo castello” scrive Tomáš Mazal, suo amico e biografo. L’occupazione tedesca del 1939 porta con sé la chiusura dell’università e Hrabal deve interrompere gli studi. Dopo un breve impiego in uno studio notarile e come agente assicurativo, finisce a lavorare alle ferrovie. Per due anni dirige i Treni strettamente sorvegliati alla stazione di Kostomlaty, lavoro che lo appassiona: “Se dovessi scegliere una delle professioni che ho fatto nel tempo, vorrei essere di nuovo capostazione” scrive nel 1968, ventitré anni dopo aver lasciato le ferrovie.
(Foto: Hana Hamplová)
Lavora qualche anno alle acciaierie di Kladno ma nel 1954, dopo un serio incidente, si trova a imballare vecchi libri destinati al macero nel quartiere praghese di Libeň. La periferia di Libeň fra il 1950 e il 1973 diventa la sua casa, un luogo di grande ispirazione creativa e sinonimo di autonomia. “All’epoca avevo la sensazione che tutte quelle strade e stradine, tutte quelle birrerie, tutto fosse preparato per me e solo per me, che quella periferia aspettasse me, che fosse destinata solo e soltanto ai miei occhi”. Le vie, il torrente Rokytka, le colline Bulovka e Hájek, “tutto questo mi induceva meraviglia – scrive. – Passeggiavo di notte e non potevo saziarmi della poesia di quella periferia in cui il gassometro a forma di sfera si ergeva su Palmovka”. Il suo appartamento in via Na Hrázi 24 (Sull’argine), poeticamente chiamata Na Hrázi věčnosti (Sull’argine dell’eternità), è divenuto leggendario poiché Hrabal vi accoglieva il mondo creativo praghese dell’epoca, fra cui il filosofo e poeta underground Egon Bondy e l’artista figurativo Vladimír Boudník. Su questa via sono ambientati Le nozze in casa e Un tenero barbaro; sempre qui ha conosciuto Pipsi e si sono svolti due decenni del loro felice matrimonio.
Dal 1959 al 1961 è macchinista e comparsa al teatro Divadlo pod Palmovkou, all’epoca chiamato Divadlo S.K. Neumanna. Frequenta così anche la sinagoga di Libeň che funge da deposito dei loro oggetti scenici mentre nell’atmosfera più libera degli anni sessanta ospita i dibattiti letterari e filosofici di Hrabal e dei suoi amici. Conclusa l’esperienza a teatro, si dedica solo all’attività di scrittore anche se amava lavorare per mantenere il contatto con la gente, quegli “stramparloni” che con la loro chiacchiera vivace e popolare sono fonte d’inesauribile ispirazione per le sue opere. Inizia a pubblicare ormai cinquantenne e il successo arriva immediato sia in Cecoslovacchia che all’estero. Conduce una vita di scrittura frenetica e giornate in birreria, altro luogo in cui attinge materiale e affina lo stile. Ogni giorno frequentava U Kotvy, di fronte al macero, uno dei pochi locali hrabaliani ancora aperti. Molti nomi che hanno ospitato lo scrittore negli anni non ci sono più, altri hanno cambiato totalmente atmosfera come U Pinkasů, dove Hrabal e la moglie sorseggiavano la birra artigianale ma che col tempo ha perso la sua fama. Un locale a metà fra birreria e tavola calda è invece l’Automat Svět, celebrato dallo scrittore nell’omonimo libro di racconti. L’Automat era parte del Palác Svět, centro polifunzionale che ospitava alloggi, un centro commerciale e il cinema Svět. La ditta dell’italiano Antonio Crispino, attuale proprietaria dell’immobile, promette da oltre un decennio una ristrutturazione del palazzo in rovina ma, sebbene dichiarato monumento culturale, questo scorcio del mondo hrabaliano pare destinato a scomparire.
(Foto: hrabal-nymburk.cz)
Con i guadagni del primo romanzo Hrabal compra una casetta a Kersko, località in mezzo alla natura sull’Elba. Negli anni ‘70, epoca in cui non può pubblicare, si rifugia sempre più spesso fra questi boschi e proprio qui compone le opere più celebri. Si occupa inoltre degli amati gatti, tanto da prendere ogni giorno un autobus da Praga per portar loro da mangiare.
Nel 1974 l’ennesimo trasferimento, stavolta i Hrabal traslocano a Kobylisy. Sul finire degli anni ‘80 la loro casa di Libeň e metà via Na Hrázi vengono demolite e sostituite dall’autostazione. Il sito, che ospita anche un parcheggio privato, prende oggi il nome di Piazza Hrabal. Sul luogo della sua residenza, proprio all’uscita della metro Palmovka, nel 1990 è stato eretto in suo onore il cosiddetto Muro di Hrabal. Opera dell’artista Tatiana Svatošová, è decorato con un ritratto di Hrabal alto oltre cinque metri, la sua macchina da scrivere portatile con tastiera tedesca di marca Perkeo, con cui compose gran parte delle sue opere, passaggi dei suoi libri, i gatti che gli hanno tenuto compagnia e le frecce verso le vicine birrerie U Hausmanů, U Horkých e il famoso Automat Svět.
Negli anni ‘70-‘80 sono le birrerie di Letná a far da sfondo ai “mercoledì hrabaliani” ma la più nota e quella per cui aveva una predilezione si trova nel centro storico di Praga, U zlatého tygra (Alla tigre d’oro). Ne è cliente già dagli anni cinquanta ma nell’ultimo decennio della sua vita diventa luogo fisso degli incontri con amici e artisti vari, nonché un ufficio in cui lavorare ai suoi testi. Hrabal ne parla in diverse opere tanto che molte persone, perfino dall’estero, vi fanno tappa per conoscere lo scrittore, chiedere un autografo o vedere la targa del “tavolo di Hrabal” nella piccola stanzetta posteriore. Nel 1994 si svolge qui l’incontro con i presidenti Václav Havel e Bill Clinton.
Ultima tappa della sua vita e del nostro viaggio è l’ospedale Na Bulovce. Nel 1997 Hrabal cade dalla finestra della sua stanza al quinto piano. Fu archiviato come incidente mentre dava da mangiare ai colombi ma i suoi amici, incluso Mazal, parlano di suicidio, capitolo che Hrabal aveva più volte annunciato attraverso i suoi personaggi.
di Sabrina Salomoni