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Kateřina Bělunková, nuova manager della sede milanese, spiega le strategie di Czech Tourism per l’Italia e i paesi mediterranei

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Una bella sorpresa, e non si trattava dell’uovo di Pasqua: Trip Advisor, celebre “fixer” mondiale di valutazione turistica, ha dato una grande soddisfazione agli operatori cechi. Nono posto assoluto per Praga fra le destinazioni mondiali. Un risultato prestigioso ottenuto grazie al lavoro costante di Czech Tourism, ma anche il frutto dei viaggi di tanti “repeaters” che hanno la città di Kafka nel cuore. Molti di loro, inutile aggiungerlo, sono italiani. Non parliamo dei business men, di quei manager che a piazza San Venceslao sono sempre di casa e magari hanno la camera fissa negli hotel della Città d’Oro. No, parliamo dei turisti veri e degli aficionados pragofili, che in Italia restano numerosi.

Solo per dire: il cantante Eros Ramazzotti, che per Praga ha un particolare feeling. Ma anche la voce di velluto Andrea Bocelli, amatissimo dai melomani locali, il regista e attore Carlo Verdone, che nella città di Rodolfo II ha anche ambientato due dei suoi film, e via elencando.

Di testimonial a pagamento, la Repubblica Ceca non ha mai avuto bisogno, in terra italiana. Tali e tanti sono i legami fra i due paesi che il marketing diventa naturale, spontaneo quasi: “Lavorare qui per la promozione significa soprattutto aggiustare il tiro – spiega Kateřina Bělunková, nuova responsabile di Czech Tourism a Milano – perché il mercato italiano è già da tempo fidelizzato, saldamente quarto per importanza dopo quello tedesco, russo e slovacco, 180mila arrivi e 500mila pernottamenti nell’ultimo semestre 2012. Insomma, un caposaldo della nostra promozione. Che ora si allarga a Cina e America Latina e vuole dedicare particolare attenzione all’estremo est asiatico”.

Bělunková sostituisce Luboš Rosenberg, storico responsabile di Czech Tourism in Italia, ed arriva direttamente dall’incarico di direttrice commerciale di Czech Airlines a Belgrado: “Questo può rendermi più sensibile ai problemi del mercato aereo. Abbiamo già attivato collaborazioni con tutte le compagnie che battono la nostra capitale, da Easyjet a Smart Wings, da Wizz Air ad Air Baltic, stiamo lanciando il progetto “Missione Moravia” per promuovere sei regioni della Moravia Orientale. Senza dimenticare il legame storico con la vostra compagnia di bandiera, Alitalia, rinfrescato di recente con il volo bisettimanale Roma – Praga”.

“Poi – prosegue Bělunková – ecco le “Strade della Birra”, “del Vino”, “della Magìa”, “dell’Ambra” e un’attenzione particolare al turismo culturale: ben 12 siti Unesco sono presenti in territorio ceco. Puntiamo alla fascia media colta, evoluta, e naturalmente ai “big spenders” che, malgrado la crisi, sono rimasti anche da voi. Solo che si fanno notare meno. Il messaggio è uno solo: Praga è elegante, raffinata, offre il meglio del lusso e della classe mitteleuropea. Insomma, è una capitale ideale per il turismo d’élite”.

Di progetti per “differenziare” le mete dei nostri turisti, Czech Tourism ne ha avuti molti. Ma i viaggiatori tricolori continuano ad amare quasi solo la Capitale…
“Non è sempre vero. Verso Brno, per esempio, esiste un filone di amanti del motociclismo che è qui ogni estate per le gare del Gran Premio. Ecco, pensiamo che questa fascia di appassionati potrà essere sollecitata e allargata. Adesso puntiamo anche su Karlovy Vary e Kutná Hora. Destinazioni d’élite, ma che permettono comunque un’escursione di un giorno, senza richiedere un ulteriore pernottamento fuori Praga. Poi la birra: sembra scontato, ma non è così. Quanti italiani conoscono e visitano Plzeň per i suoi stabilimenti? Eppure la birra ceca è buona e costa poco in assoluto, secondo le statistiche internazionali”.

“Big spenders” italiani. Non sono meglio americani o giapponesi, da questo punto di vista?
“Non credo. Gli americani che toccano Praga la raggiungono perché è inserita nel tour delle capitali europee. Quindi stanno da noi un giorno, massimo due. Poi ripartono per Vienna e Budapest. Gli italiani, invece, stanno almeno 4 notti e 5 giorni. Una bella differenza!”

E poi ci sarebbe la questione del cambio in corone. Che per il turista è un vantaggio o uno svantaggio?
“Con la crisi internazionale, non ci sono dubbi, è un vantaggio. Praga e la Repubblica Ceca costano il 30% in meno di Vienna o delle altre capitali mitteleuropee. Meno della stessa Bratislava, che è tutto dire. Non c’è stato l’effetto inflattivo dell’euro, in altre parole, e il turista se ne accorge”.

Promozione come feeling, ma anche come investimenti. Che progetti ci sono per il 2013 di Czech Tourism?
“Parlo per l’area Italia e Mediterraneo, quella che mi riguarda. È stato rinfrescato il sito dell’ufficio, stiamo varando una serie di cene con cucina tradizionale ceca nelle diverse capitali regionali d’Italia. Un lavoro lento ma capillare, da Udine a Bari, da Catania a Torino.

Dall’Italia, da tutte le vostre regioni, non c’è stato il calo che abbiamo sentito dalla Spagna, per evidenti motivi economici. E questo è un altro segno. Significa che l’italiano non rinuncia al suo short break praghese. Magari spenderà di meno in regali, ma il suo viaggetto lo fa sempre. Non è poco, di questi tempi”.

I competitors. Parlavamo prima di Vienna o di Budapest. Anche loro molto presenti nell’offerta per gli italiani. Non vi preoccupano?
“Due destinazioni con caratteristiche differenti. Vienna, forse, ci somiglia come offerta culturale, ma è decisamente più cara nei voli e anche nei soggiorni. Budapest soffre di un’immagine ancora da migliorare dal punto di vista della sicurezza. Non sono competitors che ci danno da pensare”.

Parliamo di voli. Lei viene da un’esperienza nel settore a Belgrado. Praga, dunque, come hub verso est?
“Non posso parlare per conto di Czech Airlines. Certo, se guardiamo la frequenza di voli della nostra compagnia, ci rendiamo conto che è decisamente proiettata verso est. Sia verso le capitali balcaniche, sia verso le nuove repubbliche ex sovietiche, sia per esempio, verso il Caucaso. Questa è una scelta precisa, un preciso disegno: Praga come ponte fra Europa e Oriente. È una vocazione naturale, che possiamo allargare ulteriormente senza dimenticarci del Mediterraneo”.
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di Ernesto Massimetti