Un circolo di pittori e scrittori ricordato come importante esempio di contatto tra la cultura ufficiale e il pensiero mistico ed esoterico, particolarmente in voga nell’Europa del primo Novecento
A cavallo tra ‘800 e ‘900, e principalmente agli inizi del secolo scorso, l’Europa Centrale visse una stagione culturale a dir poco straordinaria. Il senso di inquietudine profondo che attraversava le coscienze e che si sarebbe concretizzato di lì a poco nello scoppio della Grande Guerra con il conseguente crollo dell’Impero asburgico, trovò espressione nella produzione culturale del tempo, ed è possibile ancora oggi percepirlo ed apprezzarlo nelle opere musicali, pittoriche e letterarie frutto della creatività e dell’ingegno delle migliori menti dell’epoca.
Tra le diverse correnti artistiche che si svilupparono in quegli anni sul territorio dell’attuale Repubblica Ceca, merita particolare attenzione quella che è stata definita come “La seconda generazione di simbolisti”, che trovò la sua massima espressione nell’operato dell’Associazione artistica Sursum (Umělecké sdružení Sursum), che prende il nome dal motto latino “Sursum corda” (In alto i cuori!).
Sursum è stato un circolo di artisti e letterati attivo tra il 1910 e il 1912 che, nonostante non sia riuscito ad ottenere grande fama come altre espressioni artistiche sue contemporanee, è un esempio importante di contatto tra la cultura ufficiale e quel pensiero mistico ed esoterico, particolarmente in voga nell’Europa del primo Novecento, che molto influenzò l’ambito artistico e non solo. A fondare l’Associazione, il 30 luglio del 1910, furono il pittore e critico Emil Pacovský (1879-1948), il pittore e illustratore Jan Konůpek (1883-1950), il pittore e grafico František Kobliha (1877-1962) e il pittore e scrittore Josef Váchal (1884-1969).
Alcuni di questi artisti gravitavano intorno a riviste e gruppi cattolici (da cui “Sursum”, espressione d’uso nella messa in latino) d’ispirazione mistico cristiani, ma soprattutto erano frequentatori di logge massoniche, circoli e associazioni culturali vicine alla teosofia, alla magia e all’occultismo in generale, come risulta evidente, oltre che dalle biografie, anche dall’analisi della loro produzione artistica. L’idea della fondazione di Sursum, infatti, nasce proprio intorno alla rivista di ispirazione cattolica “Meditace” di cui Emil Pacovský era collaboratore.
Caratteristica comune degli esponenti del collettivo fu la visione dell’arte come mezzo per penetrare i segreti dello spirito e indagare il volto nascosto della natura; una natura viva e magica frutto di una concezione visionaria e mistica della realtà. “Noi amiamo la spiritualità medievale, gli incunaboli, il singolare, il diavolo e Dio. Tutto ciò che oggi è messo da parte. Noi ci inebriamo del potere del futuro, della conoscenza occulta, del misticismo, della fede […]”, scrive Váchal parlando dell’anima dell’Associazione. Sia per la filosofia, sia per i temi cari a questi artisti, è possibile paragonare Sursum alla Confraternita dei Preraffaelliti, altra associazione artistica, molto influenzata dal pensiero esoterico, nata nel 1848 in Gran Bretagna, vicina al simbolismo e all’art nouveau e considerata la trasposizione pittorica del tardo romanticismo e del decadentismo.
Scopo principale di Sursum era la “spiritualizzazione delle idee e delle forme artistiche”, nonché lo sviluppo nei suoi membri, grazie alla ricerca artistica e spirituale, di una supercoscienza e uno stato di essere superiori, tipici dell’approccio simbolista che si ritroverà anche negli artisti degli anni successivi alla Prima Guerra mondiale, caratterizzati dal fascino per l’ermetismo e le scienze occulte. Una tendenza, questa, che troverà sempre terreno fertile nella cultura della nuova nazione Cecoslovacca. La poetica artistica di Sursum si colloca come ricerca negli abissi dell’inconscio umano e nella dimensione del soprannaturale, e rappresenta un tentativo di indagare le leggi segrete che regolano l’uomo e la natura.
La prima esposizione di Sursum si tenne nell’ottobre del 1910 a Brno, presso il Club degli amici dell’arte. Il catalogo contava 52 opere tra disegni, pitture e grafica. La mostra non ebbe un grande successo, ma suscitò alcune polemiche. Il poster disegnato da Váchal, dove era rappresentato un giovane nudo che emerge dall’acqua e coglie una mela dall’Albero della conoscenza, fu ritirato dalla polizia perché considerato contrario alla morale pubblica.
Nel novembre del 1911 ci fu il primo incontro ufficiale di fondazione dell’Associazione. Al nucleo originario di artisti si unirono presto anche altri esponenti dell’arte ceca del tempo, come il grafico Miroslav Sylla, i pittori Rudolf Adámek, Adolf Gärtner e Jan Zrzavý, quest’ultimo probabilmente l’artista più noto del gruppo. L’ingresso di queste personalità apportò nuova linfa ed energia a Sursum che, il 22 settembre del 1912, organizzò un’altra esposizione, questa volta presso la Casa municipale di Praga. La mostra, che si protrasse per un mese, fu inaugurata da Emil Pacovský e questa volta vennero esposte 119 opere di sei artisti. Oltre a Pacovský esposero Rudolf Adámek, Jan Konůpek, Miroslav Sylla, Jan Zrzavý, Josef Váchal e in più, fuori catalogo, furono presentate alcune opere dello scultore Jaroslav Horejc. L’esposizione ebbe un discreto successo di pubblico, superando i mille visitatori e decretò l’interesse per questo circolo di artisti simbolisti, nonostante la critica non fu molto generosa con loro, forse a causa del troppo marcato interesse per la religione e il misticismo in generale. Ad esempio, il critico Štech, rimproverava a Sursum una “impotenza formale, naif” e un certo “simbolismo e misticismo letterario”.
Nonostante, nel bene e nel male, l’evento fece parlare dell’Associazione, questa fu anche l’ultima mostra importante del collettivo che, di fatto, ebbe vita molto breve e si sciolse nel 1912, dopo appena due anni di esistenza.
Il manifesto e programma ufficiali di Sursum furono pubblicati solo dopo il settembre del 1911 e il principale autore fu Pacovský. Il programma prevedeva, oltre alle esposizioni, anche dibattiti e altri eventi culturali. Ciò fece sì che, oltre a giovani artisti, aderirono al collettivo anche scrittori e altri intellettuali come i poeti Rudolf Medek, Karel Šelepa e il prof. Miloš Maixner. Le riunioni dell’Associazione si tenevano ogni primo sabato del mese al Café Louvre di Praga e primo presidente fu František Kobliha. Nonostante i tentativi di costituire un gruppo forte e un programma articolato, Sursum non resse agli attacchi della critica e non trovò mai le condizioni favorevoli per potersi sviluppare ulteriormente. Probabilmente anche perché, proprio in quel periodo, c’era un’altra corrente artistica che si stava imponendo con energia all’attenzione del pubblico: il Cubismo, che si collocava completamente agli antipodi rispetto ai pittori mistici di Sursum, votati all’introspezione e al simbolismo. Inoltre, il Cubismo ceco, si inquadrava in rapporto alle avanguardie europee, al contrario di Sursum che, in ambito culturale internazionale, rimase quasi completamente isolato. Dopo il 1912 i singoli artisti presero strade diverse. Jan Zrzavý ottenne una certa fama come artista rappresentante dell’arte moderna ceca. Váchal, Kobliha e Konůpek non ottennero un significativo successo e, tutto sommato, non occupano un posto di rilievo nell’ambito della storia dell’arte ceca, così come Pacovský e gli altri. In ogni caso l’Associazione artistica Sursum resta una testimonianza importante, e un ulteriore esempio, del clima creativo e culturalmente denso che nacque e si sviluppò negli anni di profondi e irreversibili cambiamenti che l’Europa visse agli inizi del XX secolo, in cui prese vita una cultura che ancora oggi è alimento dello spirito e delle radici della nuova Europa.
di Mauro Ruggiero