Un campione in crisi. Un monumento del calcio internazionale in declino. Petr Čech, portiere 32enne del Chelsea, sembra vivere un periodo tutt’altro che semplice a livello professionale
Cresciuto nella cantera del Viktoria Plzeň, la squadra della sua città, Čech esordisce in Gambrinus Liga all’età di 17 anni con il Chmel Blšany, squadra con la quale attira un forte interesse dello Sparta Praga, che lo porta nella capitale. Qui stabilisce il nuovo record di imbattibilità del massimo campionato ceco (855 minuti) e conquista la ribalta nazionale, ma non solo. Il Rennes lo nota e lo porta in Bretagna. Due anni di ottimo livello in Ligue 1 prima del grande salto: José Mourinho arriva sulla panchina del Chelsea e si assicura le prestazioni del portiere di Plzeň per 13 milioni. Un investimento importante per lo Special One, che riesce ad acquistare il portiere 22enne proprio prima dell’Europeo. Una scelta che si rivela azzeccata in quanto Čech verrà nominato miglior portiere della competizione, portando la sua Repubblica Ceca in semifinale. Al suo arrivo nel Regno Unito, non parte subito titolare. Ma non appena Mourinho decide di schierarlo dal 1’ minuto, il portiere ceco non gli fa rimpiangere la scelta, stabilendo un nuovo record di 1024 minuti senza subire gol. Da qui, la sua carriera al Chelsea è ricca di soddisfazioni. Con la maglia dei Blues, Čech vince 3 Premier League, 4 Coppe d’Inghilterra, 2 Coppa di Lega e 2 Community Shield, ma anche una Champions League nella stagione 2011-2012, soffiata ai padroni di casa del Bayern Monaco nella finale disputata all’Allianz Arena, e l’Europa League l’anno seguente, vinta per 2 a 1 contro il Benfica. Tutto questo unito al premio di “Calciatore Ceco dell’anno”, vinto ben 6 volte.
Come dicevamo, negli ultimi due anni il suo rendimento si è dimostrato in declino. Il ritorno allo Stamford Bridge di José Mourinho dopo sei anni sembra aver creato non pochi problemi al portiere di Plzeň. Già, perché lo Special One sembra essere da qualche anno l’artefice della fine della carriera di portieri di grandi livello (come accaduto ai tempi del Real Madrid con Casillas): pare infatti che dalla prossima stagione il tecnico portoghese abbia deciso di far terminare l’egemonia tra i pali del gigante ceco dopo 10 anni di vittorie e soddisfazioni, per far posto al “nuovo che avanza”: Thibaut Courtois. Il belga è il portiere del momento e ha dimostrato di saper abbinare qualità tecniche all’esperienza, nonostante la giovane età. Un biglietto da visita importante, certificato da un curriculum niente male: nella passata stagione, si è reso protagonista a soli 22 anni della cavalcata dell’Atletico Madrid, che ha riconquistato dopo 18 anni la Liga spagnola e si è arreso solamente nei tempi supplementari della finale di Champions League. Il portierino di Bree, piccola cittadina fiamminga a 100 chilometri da Bruxelles, è di proprietà del Chelsea; i Blues lo hanno scovato e messo sotto contratto 3 anni fa, per poi girarlo in prestito all’Atletico Madrid. Dopo le splendide prestazioni della passata stagione, Mourinho ed il patron Abramovič hanno deciso di riportarlo alla base. Come dichiarato dallo stesso Mago de Setúbal lo scorso 24 luglio, l’idea è quella di avere a disposizione la prossima stagione sia Čech che Courtois, formando una coppia di portieri straordinaria. Concetto ribadito qualche giorno più tardi, quando lo stesso tecnico dei Blues ha confermato l’intenzione di creare un dualismo tra i due portieri, affermando di non aver nessun problema a metterne uno in panchina.
Dal canto loro i tifosi considerano Čech un vero e proprio idolo e accettano mal volentieri il trattamento riservato da Mourinho al numero 1 della nazionale ceca. Dalle parti dello Stamford Bridge, Petr rappresenta una vera e propria istituzione, essendo uno degli artefici di tante vittorie, ma soprattutto della conquista della prima Champions League della storia. Ma accanto al discorso legato alla scelta tecnica, bisogna sottolineare che da qualche anno a questa parte Čech non è più lo stesso. La notevole capacità di comandare la difesa è rimasta la stessa, ma la sicurezza tra i pali e la freddezza nelle uscite, le due caratteristiche che lo hanno portato al vertice del calcio internazionale e stabilmente dal 2003 tra i cinque migliori portieri del mondo nella classifica istituita dall’Iffhs, sembrano essere venute meno nelle ultime due stagioni, con la carriera del gigante ceco che sembra volgere verso il tramonto. Una crisi dovuta all’età che avanza inesorabilmente che sta investendo non solo Čech, ma molti estremi difensori ultratrentenni. Stiamo parlando di campioni che non riescono a offrire più le prestazioni sportive d’alto livello e che dunque sono costretti a lasciare spazio alle giovani leve. È il caso di Iker Casillas, già citato in precedenza, e il nostro Gianluigi Buffon. Negli ultimi tempi, questi portieri hanno commesso qualche errore di troppo. Appare dunque necessario un ricambio generazionale: accanto alle mancanze dei vecchi, spiccano qualità dei giovani che si affacciano al panorama calcistico internazionale. Courtois rappresenta solamente l’esponente di rilievo della nuova leva di portieri, al pari di Simone Scuffet, portiere nostrano classe 1996, che tra i pali dello Stadio Friuli di Udine sembra già ricordare il Buffon degli esordi a Parma. Per quanto riguarda la Nazionale Ceca, il profilo più interessante è sicuramente quello di Tomáš Vaclík, portiere scuola Sparta Praga recentemente passato al Basilea. In patria viene considerato il successore proprio di Čech: il commissario tecnico Pavel Vrba lo ha già inserito in pianta stabile tra i titolari e sembra puntare molto su di lui.
Nonostante le parole di Mourinho, voci di mercato vogliono il portierone ceco lontano dal Regno Unito. Molti credono che la carriera di Petr non sia davvero conclusa, e che lui possa dare ancora tanto al calcio internazionale. Chissà che una nuova esperienza lontano da Londra possa fargli vivere una seconda giovinezza e possa farlo tornare il ragazzo di Plzeň che ha incantato l’Europa a suon di parate.
di Alessandro De Felice