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Cuore, orgoglio e superiorità tecnica: è questa la ricetta vincente dei granata di Letná. L’analisi della stagione 2013-2014 della Liga, che ha visto il dominio in lungo e in largo della formazione capitolina

Arrivare secondi può rappresentare in alcuni casi un fallimento, soprattutto se ti chiami Sparta Praga e sei storicamente abituato a vincere. Quest’anno però – dopo tre deludenti secondi posti consecutivi – i granata della Capitale sono riusciti a riportare il titolo alla Generali Arena, grazie a una rosa ricca di talenti e all’acume tattico del tecnico Vítězslav Lavička. Per la società, guidata dal giovane presidente Daniel Křetínský, si è trattato del titolo numero 36 della sua storia.

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Nonostante la massima divisione ceca sia uno dei tornei emergenti del calcio europeo, la differenza tecnica e organizzativa tra Sparta Praga e Viktoria Plzeň, da una parte, e le altre è rimasta ancora molto marcata. Le due squadre hanno condotto un campionato a sé, un avvincente testa a testa dal quale le altre partecipanti della Gambrinus Liga sono rimaste escluse per manifesta inferiorità. Il duello al vertice è durato 19 giornate, fino al 4° turno del girone di ritorno, quando nello scontro tra titani, il gol di Přikryl ha definitivamente lanciato la formazione granata verso il titolo, spezzando i sogni di gloria del Viktoria Plzeň.

Lavička ha fatto leva sulla voglia di rinascita che dalle parti della Generali Arena era forte, mettendo in campo un undici sempre quadrato e consapevole dei propri mezzi. Una macchina perfetta che ha permesso agli uomini del tecnico nato a Plzeň (strano scherzo del destino) di conquistare anche la Pohár České Pošty, la Coppa Nazionale, vinta lo scorso 17 maggio a Praga proprio contro il Viktoria. Certamente le straordinarie doti tecniche ma soprattutto una spiccata vena realizzativa di giocatori come Josef Hušbauer, David Lafata e Ladislav Krejčí sono risultate fondamentali nel corso della stagione: i tre hanno segnato insieme ben 42 gol, più della metà del bottino totale dello Sparta.

I numeri dimostrano d’altronde l’ottimo lavoro di Lavička che ha saputo creare una grande solidità difensiva unita ad una capacità realizzativa notevole: 25 vittorie, 4 pareggi e 1 sola sconfitta, miglior attacco e miglior difesa del campionato.

Promosso, ma non a pieni voti, il Viktoria Plzeň, autore di una bella ma travagliata stagione, complice il doppio impegno e il cambio d’allenatore, con l’ex tecnico dei rossoblù Pavel Vrba passato a gennaio sulla panchina della Nazionale Ceca. La società ha allora affidato la squadra al giovane Dušan Uhrin Jr, figlio d’arte che, nonostante la giovane età, vanta un curriculum internazionale con esperienze in Romania, Cipro e Georgia. Nella seconda parte della stagione il Viktoria non è però riuscito a mantenere la giusta continuità di risultati e si è arreso allo strapotere dello Sparta. La formazione rossoblù è comunque una realtà del calcio ceco, e lo dimostra l’ottima qualificazione agli ottavi di finale di Europa League. L’eliminazione ad opera dei francesi del Lione, resta un buon risultato da cui ripartire per le prossime stagioni.

Tra le note liete di questa annata bisogna citare il Mladá Boleslav e lo Slovan Liberec, due squadre che al termine di una lotta serrata hanno conquistato il pass per i preliminari della prossima Europa League. Competizione alla quale parteciperà anche il Viktoria, in virtù della seconda posizione, mentre i campioni dello Sparta partiranno dal secondo turno preliminare della Champions League.

Se le squadre citate in precedenza possono ritenersi complessivamente soddisfatte, non si può dire la stessa cosa dello Slavia Praga. La squadra capitolina nelle ultime stagioni si è trasformata nella brutta copia della corazzata che nei 122 anni di storia ha quasi sempre rivaleggiato con lo Sparta per il dominio nel calcio ceco. Una stagione disastrosa per il secondo club più titolato della Repubblica Ceca. Nonostante la buona campagna acquisti – con gli arrivi di Tomáš Necid, tornato in patria dopo l’esperienza in Russia, e del fantasista marocchino Damien Boudjemaa – lo Slavia non ha imposto il proprio gioco, mostrando gravi disattenzioni a livello difensivo e poca lucidità offensiva: 24 reti realizzate al fronte di 51 subite in 30 incontri. Una situazione tutt’altro che facile che ha portato la formazione di Koubek, poi sostituito dall’olandese Alex Pastoor, a sfiorare la retrocessione.

Insieme allo Slavia hanno partecipato ad un’avvincente lotta per non retrocedere altre 4 squadre. Příbram e Bohemians si sono salvate all’ultimo respiro mentre Znojmo e Sigma Olomouc sono retrocesse in Druhá Liga. Se per la prima la retrocessione era ipotizzabile, per la seconda, abituata a navigare in acque tranquille, si è rivelata del tutto inaspettata.

60 spartaAccanto alla crescita a livello tecnico del calcio ceco, bisogna però evidenziare alcuni episodi di violenza. Il 22 marzo scorso, durante l’incontro disputato al Bazaly Stadion di Ostrava tra i padroni di casa e lo Sparta Praga, le due tifoserie sono venute a contatto, creando attimi di panico. I disordini si sono conclusi con 31 arresti. Si riparte ora dalla promessa degli organi competenti di adottare una opportuna normativa contro la violenza negli stadi.

Note liete invece per quanto riguarda le giovani promesse. In questa stagione il numero di under utilizzati in pianta stabile dalle formazioni di Gambrinus Liga è cresciuto di gran lunga, offrendo sempre più possibilità a ragazzi provenienti dai vivai di misurarsi con il massimo campionato. Il portiere del Baník Ostrava Jiří Pavlenka, Jakub Brabec, diga difensiva dello Sparta Praga, e David Pavlenka (Slovan Liberec), Tomáš Přikryl (Sparta Praga), e Ondřej Zahustel (Mladá Boleslav), centrocampisti in grado di abbinare importanti doti tecniche a qualità fisiche straordinarie, sono solo alcuni tra i tanti giovani protagonisti.

Sul fronte Nazionale, le ottime prestazioni di Ladislav Krejčí, considerato il miglior calciatore della Gambrinus Liga a soli 21 anni, e Josef Hušbauer, capocannoniere con 18 reti, rappresentano la speranza del popolo ceco in vista delle qualificazioni agli Europei 2016. Krejčí, Hušbauer, ma anche Vaclík, Hejda, Kadeřábek, Vydra e Tecl: profili giovani ma già in piena maturità calcistica al servizio della selezione ceca. E chissà se tra questi ci sono nuove stelle: i nuovi Nedvěd, Poborský o Šmicer che potranno riportare la Nazionale della Repubblica Ceca nuovamente ai vertici del calcio internazionale.

di Alessandro De Felice