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La decisione del governo di aggiungere la denominazione inglese ha fatto scatenare la polemica. I cechi vorrebbero un referendum e non amano il termine scelto da Praga

Che ci sia bisogno di un nome più breve per denominare la Repubblica Ceca lo pensano in molti. Che esistano già delle alternative valide lo affermano storici e linguisti. Che la scelta di una denominazione più orecchiabile e corta possa facilitare anche questioni economiche con il “Made in…”, è pensiero di parecchi. Ma che Czechia non possa essere il termine che mette d’accordo tutti è apparso da subito evidente. C’è chi lamenta i possibili costi di modificare in sede internazionale il nome del Paese, chi critica il fatto che il termine non sia onnicomprensivo e lasci fuori parte dei territori e chi vorrebbe un referendum su un tema così delicato. Intanto, però, presidenza e governo sembrano essere sullo stesso binario e, rispondendo alle polemiche, vanno avanti a testa bassa con la decisione.

Una scelta, quella di Czechia, versione inglesizzata di Česko, già correntemente usato nel paese, presa in una riunione ai massimi livelli. Al Hradčany, infatti, si sono riunite per decidere le più alte cariche dello stato: il padrone di casa, il capo di stato Miloš Zeman, il premier Bohuslav Sobotka, il ministro degli Esteri Lubomír Zaorálek, quello della Difesa Martin Stropnický e i presidenti di Camera e Senato, rispettivamente Jan Hamáček e Milan Štěch. Tutto fa presupporre che un grande impatto possa avere avuto il sostegno, già manifestato in passato, del presidente ceco che nel 2013 nel corso di una visita di stato in Israele, cominciò improvvisamente a usare la parola Czechia nei suoi discorsi pubblici in inglese, “perché – disse – è più corta e anche più piacevole di Czech Republic”.

Ma a cosa servirebbe cambiare nome da Repubblica Ceca a Czechia, in inglese, o Cechia in italiano? Il termine, dovrebbe sostituire l’attuale “Czech Republic” nella lista ufficiale dei paesi membri delle Nazioni Unite. “Meglio utilizzare una sola parola, più semplice da ricordare e più veloce da indicare – ha spiegato il ministero degli Esteri a Praga. – Si tratta solo di tradurre questa parola ceca in inglese” ha aggiunto facendo riferimento al termine Česko, utilizzato in ceco per definire il Paese. La notizia ha fatto scalpore sia in patria che all’estero. Quotidiani britannici, francesi e di altre nazionalità si sono affannati a cercare le ragioni di questa decisione e a valutare le effettive ricadute e c’è stato anche chi ha detto che “nel Paese di Kafka niente è semplice”.

E infatti le polemiche non sono mancate. Il ministro per lo Sviluppo Regionale, Karla Šlechtová, ha chiesto che il tema sia oggetto di un referendum popolare, perché non sono decisioni da prendere in riunioni ristrette e a porte chiuse. La Šlechtová ha persino prospettato la possibilità che la parola Czechia possa finire con l’essere confusa con la Cecenia, repubblica della Federazione Russa, che in inglese si chiama Chechnya. “Tale denominazione viene utilizzata da tempo sia in tedesco ‘Tschechien’ che in francese ‘Tchéquie’ e per questo Praga chiederà all’Onu d’introdurre tale denominazione in tutti i documenti ufficiali – ha commentato Josef Kašpar, giornalista ceco, da anni corrispondente in Italia – ma il problema nasce nel 1992, quando si decise la separazione pacifica con gli slovacchi. Non si poteva utilizzare la denominazione ‘Boemia’ perché ciò avrebbe escluso la Moravia e la Slesia che fanno parte del Paese. Quindi si optò per la denominazione ‘Repubblica Ceca’ con la speranza che l’espressione ‘Česko’ che suonava cacofonica per le orecchie dei cechi sarebbe stata col tempo accettata da tutti. Pare sia giunto il momento”.

A essere contraria, però, anche la maggior parte dell’opinione pubblica. Secondo un sondaggio dell’agenzia Phoenix il 42% dei cechi ritiene che debba essere trovata una abbreviazione, ma all’81% non piace Czechia. Secondo il sondaggio sarebbe meglio il termine Czech, sostenuto dal 43%, o CZ (17%). Inoltre la stragrande maggioranza ritiene che sul tema si debba organizzare un referendum. Fieri oppositori della modifica sono i Moravané, il piccolo partito moravo, che ha messo in evidenza come il termine Czechia nasconda una leggera discriminazione etnica. Czechia infatti si ricollega al termine Cechy, cioè Boemia, estensione territoriale che esclude la regione Moravia e Slesia.

Viva protesta è stata avanzata anche dall’ex ministro degli Esteri, il principe Karel Schwarzenberg, discendente di una delle famiglie aristocratiche di più prestigioso lignaggio in Europa e oggi esponente del partito conservatore del Top 09. Secondo Schwarzenberg il paese dovrebbe chiamarsi Bohemia, memore evidentemente di quando queste terre componevano il Regno di Boemia. Ma la Repubblica Ceca ha radici lontane e comprende la Boemia, la Moravia e parte della Slesia. Nel XVII secolo questi territori venivano chiamati in modo comprensivo con l’espressione Česko, termine che compare in antichi registri in latino di quel periodo. Il nome era stato coniato da Pavel Skála di Zhoře, storico boemo (1583 – 1640), e viene ritrovato nel diciannovesimo e ventesimo secolo nella sua versione inglese, Czechia. Inoltre lo storico e diplomatico Jiří Šitler ha accertato che l’espressione Czechia è stata utilizzata per la prima volta nell’Atlas Marianus pubblicato nel 1704. Secondo Wikipedia la prima utilizzazione di questa definizione in un documento scritto risale al 1777.

“Sono d’accordo con la decisione del governo ceco di aggiungere la denominazione Czechia a quella ufficiale di Repubblica Ceca – ha dichiarato dal canto suo la professoressa Anna Perissutti, boemista docente presso l’Università di Udine – non credo che siano legittime le polemiche e le critiche mosse dai moravi, perché il toponimo Czechia, traduzione inglese del toponimo ceco Česko, è stato codificato nel 1993 da una commissione del Catasto ceco (Názvoslovná komise Českého úřadu zeměměřického a katastrálního), commissione a cui collaborano storici, linguisti, geografi. Questo toponimo si trova anche in alcuni dizionari Josef Fronek. Inoltre il toponimo Czechia indica le tre regioni, Boemia, Moravia e Slesia”.

Nelle ultime settimane, poi, alla polemica sul nome si è aggiunta anche la polemica sui costi diretti e indiretti di questa decisione. Secondo la ministra Šlechtová, per pubblicizzare il termine Czechia serviranno un miliardo di corone ceche (37 milioni di euro), la stessa cifra che il suo dicastero ha speso per la promozione del logo “Czech Republic – Land of Stories”. Ma il ministero degli Esteri ha subito messo i puntini sulle “i”: il termine Czechia non costituisce una ridenominazione di Repubblica Ceca come Stato, ma si tratta piuttosto di un termine complementare: sarà possibile continuare a utilizzare il nome formale Czech Republic in tutti i contesti. Secondo il governo l’operazione non comporta “costi finanziari aggiuntivi”, né la modifica del logo. E di conseguenza, ha fatto notare il ministero, la decisione non influenzerà neanche la campagna promozionale turistica “Czech Republic – Land of stories”.

A sembrare convinti che Czechia non colpirà in alcun modo il turismo diretto nel Paese anche l’agenzia turistica nazionale, CzechTourism. Secondo quanto dichiarato dalla direttrice Monika Palatková l’agenzia proseguirà le sue campagne all’estero per la promozione del paese puntando soprattutto su Praga. È questo il “marchio nazionale” che attira soprattutto i turisti stranieri. “Nel mondo tutti conoscono Praga ed è questa la nostra forza”, ha affermato la direttrice.

E se ci sono molti detrattori c’è anche qualche sostenitore, secondo Le Figarò: sul sito “Go Czechia”, creato da un’associazione “Iniziativa civica per la Czechia”, sono elencati gli argomenti contro la nuova denominazione e la loro relativa confutazione. Per esempio: “Mito 1, Czechia è un nome sconosciuto e grammaticalmente scorretto per designare la Repubblica Ceca. È poco usato in inglese”. La risposta: “Czechia è poco noto e poco usato perché lo Stato ceco e le sue istituzioni non lo usano malgrado le raccomandazioni del ministero degli Esteri e dell’Istruzione dopo gli anni Novanta”. E ancora: “Mito 4, il nome Czechia è un neologismo”. Risposta: “Il primo utilizzo risale al 1634 in latino e al 1841 in inglese”. Nella querelle l’ultima nota curiosa riguarda, nell’era di Internet, il dominio Czechia.cz e Czechia.com, che da anni appartengono alla società Zoner Software di Brno e non al governo di Praga.

di Daniela Mogavero