Jaromír Jágr, monumento dell’hockey, a 44 anni suonati diventa il terzo marcatore di sempre in NHL, la celebre lega nordamericana. Una carriera da leggenda e tanti record, ma per dire basta c’è ancora tempo
Il numero 68 sulle spalle e una voglia matta di continuare a lottare sul ghiaccio. Lo scorso 20 febbraio, cinque giorni dopo il suo 44° compleanno, Jaromír Jágr si è reso protagonista di una nuova pagina di storia dell’hockey. L’ala destra ha infatti superato nella classifica marcatori ‘All-Time’ della National Hockey League un mostro sacro come Brett Hull, portandosi a quota 742 reti realizzate in virtù della doppietta rifilata ai Winnipeg Jets. Un evento storico se si considera che proprio questo risultato proietta il giocatore ceco sul podio degli hockeisti più prolifici della NHL, salendo momentaneamente al terzo posto. Grinta, carattere e la tenacia di un ragazzino. A 44 anni suonati Jágr sembra avere ancora la fame agonistica di un ventenne.
La prima pagina di questa favola viene scritta il 15 febbraio 1972 a Kladno, Boemia Centrale, quando viene alla luce il piccolo Jaromír. La città, oltre ad essere nota per le acciaierie, è conosciuta per i suoi “cavalieri”, i giocatori della squadra di hockey Rytíři Kladno. Tra i cavalieri si fa notare il piccolo guerriero Jaromír Jágr che, dopo aver brillato nelle giovanili, esordisce in Extraliga (la massima serie dell’allora Cecoslovacchia), 16 anni appena compiuti. Il ragazzino dimostra fin da subito di poter tenere la categoria grazie a due doti fondamentali, il talento e il carattere, che gli consentono di entrare stabilmente nel giro della prima squadra. Fisico possente e personalità da vendere: corre l’anno 1990 quando nonostante i soli 18 anni Jágr sbarca in NHL alla corte dei Pittsburgh Penguins. Il giovane hockeista entra nella storia del suo paese per essere il primo ceco a giocare nel massimo campionato americano, considerato “la lega per eccellenza” nella quale tutti sognano di giocare nel corso della propria carriera.
Dopo un po’ di gavetta a causa di una concorrenza spietata, Jágr entra pian piano nelle grazie di tecnico e tifosi, prima di tornare nella stagione ‘lock-out’ 1994/1995 a vestire la maglia del suo HC Kladno, squadra alla quale resta perennemente legato e di cui oggi è proprietario: un anno di transizione, nella quale Jágr è costretto a rientrare in Europa a causa della disputa contrattuale tra giocatori e società che blocca il campionato americano. Ma non si ferma in Repubblica Ceca: il suo carattere esuberante lo porta a vivere nuove esperienze in giro per l’Europa. Siamo nel 1994 quando arriva in Italia per giocare con l’Hockey Club Bolzano, squadra plurititolata con la quale conquista il Torneo 6 Nazioni, prima di volare in Germania all’EHC Schalke, in cui colleziona una sola apparizione. Ovunque vada, sulle spalle sempre quel 68: una delle note più curiose della carriera di Jágr è rappresentata proprio dal numero di maglia che egli indossa in ogni sua esperienza professionistica. Il 68 rappresenta infatti l’anno della ‘Primavera di Praga’ e Jágr ha scelto di indossarlo per omaggiare suo nonno, scomparso prematuramente proprio nell’anno di quell’evento così significativo per la storia del suo Paese. Il periodo di peregrinaggio in Europa termina in terra teutonica, prima di tornare a vestire la maglia dei Penguins, dove fa coppia con un altro giocatore sopra le righe, il canadese Mario Lemieux. Tra i due c’è molta rivalità, con entrambi che pretendono di primeggiare. Il dualismo dura poco, solo sino al 2001, quando i Penguins sono costretti a cedere Jágr a causa dei problemi finanziari che travolgono la società. Con all’attivo 806 presenze e più di 1000 punti conquistati, si conclude l’avventura in Pennsylvania del ceco, che si trasferisce a Washington tra le fila dei Capitals firmando il contratto più ricco della storia fino a quel momento: 77 milioni di dollari in 7 anni. La sua avventura nella capitale statunitense non è fortunata, con due stagioni avare di successi. Successivamente si sposta molto, vestendo le maglie di una lunga serie di squadre statunitensi: New York Rangers, Philadelphia Flyers, Dallas Stars, Boston Bruins e New Jersey Devils prima di approdare nell’attuale squadra, i Florida Panthers. Nel frattempo, durante una nuova stagione ‘lock-out’, Jaromír Jágr non perde occasione di una nuova parentesi in patria, coi colori dell’HC Kladno.
Giramondo e con tanta voglia di fare nuove esperienze, Jágr non si è negato neanche la maglia dell’Avangard Omsk, squadra siberiana del campionato russo. Qui disputa tre stagioni di alto livello, dove vince la Continental Cup prima di fare ritorno oltreoceano.
Insomma, Jaromír ne ha fatta di strada dal lontano 7 ottobre 1990, data della prima rete in NHL! È in un normale weekend della stagione 2015/2016 che arrivano le ultime storiche reti. Il ragazzone, dal carattere esuberante e dal sinistro preciso, entra negli annali con la doppietta che permette ai suoi compagni di battere i Winnipeg Jets e a lui di superare Brett Hull a quota 741, portandosi avanti di un gol. Ma non è tutto: le due marcature gli consentono di eguagliare il picco massimo delle carriere di Brendan Shanahan e Dave Andreychuk raggiungendo per la diciannovesima stagione in NHL quota 20 gol; un altro record di un giocatore che non finisce mai di stupire.
Il suo palmarès parla chiaro: sono ben 10 i titoli a livello individuale vinti in carriera, rappresentando nel contempo un giocatore fondamentale per la nazionale ceca con la quale ha vinto l’oro alle Olimpiadi del 1998 di Nagano, in Giappone, e ai Mondiali di Hockey del 2005 a Vienna e del 2010 a Colonia, e di cui è stato portabandiera ai XXI Giochi Olimpici invernali di Vancouver, in Canada. Dal 2005 Jágr è entrato nel Triple Gold Club, vale a dire il circolo di giocatori o allenatori capaci di vincere nel corso della loro carriera una medaglia d’oro ai Giochi Olimpici, una medaglia d’oro ai Mondiali e la Stanley Cup, il trofeo destinato ai vincitori della NHL che Jágr ha portato a casa con i Penguins.
Uno stile di vita basato sul prendere tutto alla leggera; da buon esempio basti ricordare l’episodio di qualche tempo fa, quando rimedia una bastonata che gli fa perdere quattro denti. Jagr non si scompone, né si fa sopraffare dal dolore. Giunto al termine della gara, non smette di sorridere e scherza: “quest’anno devo chiedere a Babbo Natale che mi porti dei denti nuovi”.
Nonostante cotanta carriera, neanche quest’ultimo record ha convinto Jaromír Jágr a dire basta. Il suo spirito di ragazzino ribelle gli regala ancora lo stesso entusiasmo degli esordi. L’obiettivo è quello di raggiungere la seconda posizione in classifica, anche se il traguardo appare un miraggio: la classifica marcatori “All-Time” di NHL vede in testa Wayne Gretzky a quota 894, con Gordie Howe al secondo posto distante 59 lunghezze. Sono dei distacchi obiettivamente proibitivi, anche se Jágr ci ha abituato a grandi imprese e forse vorrebbe continuare a stupire.
di Alessandro De Felice