Gli autori del nuovo codice civile della Repubblica Ceca, entrato in vigore il 1° gennaio di quest’anno, hanno avuto come modello di riferimento anche gli ordinamenti europei e i loro particolari istituti giuridici. Lo scopo di questo articolo è di far notare come il nuovo codice civile si ispiri anche a quello italiano, che rappresenta una delle raccolte normative di più antica tradizione del Vecchio continente.
La disciplina italiana è spesso menzionata nella relazione tecnica (důvodová zpráva) che accompagna il nuovo codice civile ceco, evidenziando un approccio alla civilistica tradizionale, soprattutto nell’ambito del diritto di famiglia, delle successioni, dei diritti reali e delle obbligazioni.
A questo proposito sottolineiamo la disciplina riguardante l’impresa familiare, un istituto completamente nuovo nell’ordinamento giuridico ceco, che ora è regolato dall’articolo 700 e seguenti del nuovo codice civile. La regolamentazione dell’istituto è complessiva, non riguarda solo il funzionamento dell’impresa familiare, ma indica anche i diritti e doveri dei familiari partecipanti. La disciplina della impresa familiare è stata inserita nel codice civile italiano durante la riforma del diritto di famiglia del 1975, in un unico ma molto elaborato articolo, il 230 bis.
Lo scopo in entrambi gli ordinamenti, sia quello ceco che quello italiano, è di tutelare i familiari che in modo informale prestano una attività lavorativa in famiglia o nell’impresa familiare. Il nuovo codice civile stabilisce esplicitamente che le norme relative all’impresa familiare non vengano applicate quando esiste un contratto (di lavoro o societario) che regola il funzionamento dell’azienda coi relativi diritti e doveri dei soci. La novità di maggiore rilevanza per coloro che prendono parte a una impresa familiare è il diritto alla quota degli utili in proporzione alla quantità e alla qualità del lavoro prestato.
Sempre nell’ambito del diritto di famiglia, le ispirazioni tratte dal codice civile italiano non mancano anche in altri casi: ne costituiscono un esempio il diritto alla tutela del nome per ragioni familiari, il rinnovo dei vincoli di parentela e l’adozione di persone maggiorenni.
Nell’ambito delle successioni, possiamo menzionare la disciplina dei testamenti speciali (davanti al sindaco, a bordo di nave etc.), la possibilità di disporre con il testamento a favore di una persona giuridica da costituire in seguito (a condizione che venga costituita nel termine di un anno), oppure la disciplina delle disposizioni testamentarie a favore dei poveri, le quali secondo la legge appartengono ad un ente comunale. Alcune fonti di ispirazione possono essere rintracciate anche nella regolamentazione di diritti reali, in particolare per quanto concerne la disciplina di diritti di protezione affini o la tutela di buona fede in caso di acquisto di un bene da non-proprietario.
Per quanto riguarda le obbligazioni l’ispirazione italiana più significativa può essere vista nella disciplina della cessione del contratto intero. Prima dell’entrata in vigore del nuovo codice era possibile cedere il credito oppure accollare il debito; ora è possibile, ai sensi dell’art. 1895 del Nuovo codice civile, che un terzo entri nella posizione di una delle parti contrattuali. Nel caso descritto non viene ceduto solo il diritto all’adempimento o il dovere di adempiere ma vengono ceduti tutti i diritti e doveri derivanti dal contratto precedentemente concluso. Questo approccio è vantaggioso sopratutto nel caso di contratto con prestazioni.
Mgr. Martin Holub (avvocato)
Mgr. Lucie Miškovská
Studio Legale Šafra & partneři
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