Giornali e Tv della Repubblica Ceca, per decenni gestiti da proprietà straniere, cominciano a passare in mano a tycoon locali. Le multinazionali si ritirano e si assiste a una oligarchizzazione del mercato dei media
Prevalgono gli editori impuri, con ambizioni politiche o comunque con l’obiettivo di essere influenti
Dopo un lungo periodo di calma piatta, gli ultimi dodici mesi hanno segnalato un andamento del tutto diverso per il mercato ceco dei media. Alcune grosse operazioni hanno ridisegnato la mappa delle proprietà, in un processo che appare ben lungi dall’essersi concluso.
L’ondata di acquisizioni, fusioni e alleanze secondo gli esperti è infatti destinata a continuare, anche perché c’è la tendenza delle grandi compagnie straniere a ritirarsi dalla Repubblica Ceca, lasciando spazio a nuovi proprietari locali.
Un primo esempio di questo trend risale al 2008, quando il miliardario Zdeněk Bakala comprò la casa editrice Economia dai tedeschi della Handelsblatt.
È stato lo stesso Bakala – già proprietario attraverso Economia del quotidiano Hospodářské noviny, dei settimanali Respekt ed Ekonom, nonché del sito web informativo Ihned.cz – a rafforzare nel 2013 la propria posizione nel mercato dei media con l’acquisizione del Centrum Holdings (Aktualne.cz) dal fondo americano Warburg Pincus. Una operazione che ha anche mostrato quanto sia elevato in Repubblica Ceca l’interesse per i nuovi media.
Pochi mesi dopo, sempre nel 2013, è stato il miliardario Andrej Babiš – presidente del gruppo agricolo, alimentare e chimico Agrofert – a comprarsi Mafra, compagnia alla quale fanno capo alcuni dei media più seguiti della Repubblica Ceca (i quotidiani Mladá Fronta Dnes e Lidové Noviny, nonché il cliccatissimo sito iDnes.cz). A vendergli l’intero pacchetto è stata la compagnia tedesca Rheinisch-Bergische Verlagsgesellschaft. Subito dopo Babiš si è assicurato la proprietà anche di Radio Impuls, l’emittente radiofonica più seguita del paese. Al di là delle dichiarazioni ufficiali – “i media per me sono un business come un altro” – non appare casuale che l’ingresso di Babiš nel mercato dei media sia avvenuto di pari passo con il suo sbarco in politica. Fatto sta che il tycoon di origini slovacche, dodici mesi fa outsider della politica, oggi ricopre la carica di ministro delle Finanze e il suo partito, Ano, è al top dei sondaggi.
Un’altra grossa operazione l’hanno compiuta nell’ultimo anno Daniel Křetínský, proprietario tra l’altro dello Sparta Praga, e Patrik Tkáč, numero uno del J&T Group. I due, che agiscono insieme nella Eph, potente holding con molteplici interessi nel settore energetico e industriale, hanno comprato la Ringier Axel Springer CZ, diramazione ceca dell’omonimo gruppo editoriale svizzero tedesco. Un affare – secondo stime non ufficiali da quasi cinque miliardi di corone – con il quale Křetínský e Tkáč si sono assicurati la proprietà di una serie di testate, fra cui il quotidiano scandalistico Blesk, il più letto della Repubblica Ceca, e il settimanale Reflex.
Dopo l’operazione Ringier, il miliardario Křetínský ha mostrato ambizioni anche per le emittenti Evropa 2 e Frekvence del gruppo francese Lagardère, ma i proprietari transalpini hanno negato che le due radio siano in vendita.
Nel mirino ci sono ora le televisioni
L’attenzione dei miliardari cechi che stanno ricostruendo la mappa proprietaria dei media ora è rivolta verso le televisioni private e commerciali, in primo luogo TV Nova e Prima. Le due emittenti insieme controllano il 90% del mercato della pubblicità televisiva e chiaramente dello share.
Nova è di proprietà della Central European Media Enterprises (Cme), una compagnia con sede nelle Bermuda, con capitale americano che fa capo alla compagnia Time Warner. L’altra, TV Prima è invece per metà della svedese Mgt, mentre la seconda metà spetta alla Ges dell’imprenditore ceco Ivan Zach (proprietario tra l’altro di Radio United Group).
Alcuni organi di stampa cechi hanno raccontato nei mesi scorsi di un interesse all’acquisto di Tv Nova da parte di una cordata formata da due magnati del settore carbonifero, Pavel Tykač e Jan Dienstl, in alleanza con Petr Kellner (Ppf Group), il Paperon de Paperoni della Repubblica Ceca. L’indiscrezione è stata immediatamente smentita, con minacce anche di ricorso in tribunale. Non sono in pochi però quelli che pensano ci sia del vero. Kellner tra l’altro è stato già in passato proprietario di Nova.
La lista dei corteggiatori della più seguita tv privata ceca è comunque molto lunga. Si è parlato per esempio di Tomáš Chrenek, un miliardario di origini slovacche, i cui settori di attività vanno dalla siderurgia alla sanità, titolare inoltre degli Studi cinematografici di Barrandov.
In lizza ci sarebbero anche l’insaziabile Penta Investment, Daniel Křetínský, Patrik Tkáč e lo stesso Andrej Babiš che la scorsa estate era sembrato molto vicino all’acquisto di Tv Prima.
I vertici manageriali di Cme hanno escluso qualsiasi trattativa per la vendita di Nova – “contiamo di rimanere ancora a lungo in questo mercato” – ma secondo fonti considerate attendibili qualcuno sarebbe già andato a bussare alla porta della Time Warner, la società che controlla il 75% di Cme.
Media cechi, un mercato miliardario
Nonostante la crisi degli ultimi anni, si calcola che il settore in Repubblica Ceca generi un giro d’affari di 60 miliardi di corone annui, e questo nonostante la crisi. Secondo l’agenzia ZenithOptimedia, a dominare sul mercato rimarranno per qualche tempo le televisioni, nelle quali confluisce il 40% di tutti gli investimenti in pubblicità.
Oggi il valore dei gruppi editoriali è al livello più basso degli ultimi dieci anni, anche se, dopo sette anni di stagnazione, sembra in ripresa il mercato della reclame, fonte primaria di finanziamento dei media. L’agenzia ZenithOptimedia ha previsto per il 2014 in Repubblica Ceca un aumento del 5,5% delle entrate derivanti dalla pubblicità.
Come detto il processo di oligarchizzazione dei media cechi secondo gli esperti è destinato comunque a proseguire, con l’avvento sempre più massiccio di editori impuri, nuovi proprietari orientati a valutare la bontà dell’investimento non tanto attraverso indici di carattere economico, ma in base al potere di influenza che la proprietà dei media è in grado di assicurare.
Va detto che la Repubblica Ceca in quanto a libertà di stampa si colloca in campo mondiale in una posizione del tutto onorevole. Nell’ultima classifica pubblicata nel 2013 da Reporter senza frontiere, su 179 paesi presi in considerazione, si è piazzata al 16° posto (in calo di due posizioni rispetto all’anno prima).
Al 2013 risale però anche un sondaggio realizzato dalla Omg Research secondo il quale il 65% dei cittadini in Repubblica Ceca considera inopportuno che un politico sia proprietario di un giornale o di altri media. Una percentuale analoga ha espresso il timore che il tycoon Andrej Babiš, ministro e leader politico, possa influire sul contenuto dei giornali di cui è proprietario.
di Yveta Kasalická