Tutti i segreti del tennis femminile ceco, dopo la conquista della nona Fed Cup, la quarta in cinque anni. La ricetta? Formazione meticolosa delle atlete, maniacale attenzione per la preparazione mentale e forte crescita tecnico-tattica
La nazionale femminile di tennis della Repubblica Ceca sale ancora una volta sul tetto del mondo. La selezione guidata dall’ex giocatore professionista Petr Pála supera la Russia e domina il panorama internazionale conquistando per la quarta volta in appena un lustro la Fed Cup.
Un trionfo che premia il lavoro svolto negli ultimi anni da un movimento che continua a crescere sia in termini di pubblico che di livello tecnico. Questo sport sta infatti pian piano diventando virale nel Paese grazie a vittorie che hanno esportato il nome della Repubblica Ceca in tutto il mondo.
In realtà il processo di crescita è partito molti anni fa, raggiungendo l’apice con una ragazzina nativa di Praga di nome Martina Navrátilová, che riuscì a scalare il ranking mondiale raggiungendo la vetta nel 1978. Per lei in totale ben 59 prove del Slam vinte, tra singolare e doppio, che accanto alle vittorie negli altri tornei le permisero di mantenere la prima piazza del ranking Wta di singolare per 332 settimane, in totale quasi sette anni. La Navrátilová è stata inserita nella International Tennis Hall of Fame nel 2000 ed ancora oggi è considerata l’icona di questo sport nella sua terra natia, al pari di Ivan Lendl, non solo per il numero elevato di vittorie ma anche per il suo stile di gioco nel contempo elegante ed aggressivo. La tradizione del tennis femminile ceco nasce dunque proprio con la giocatrice capitolina fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui il movimento è cresciuto molto, fino a raggiungere risultati straordinari. Oggi sono undici le giocatrici ceche presenti nella classifica delle migliori 100 del mondo; un dato che desta meraviglia, se solo si considera il numero dei cittadini residenti nel paese: poco più di dieci milioni. Ma non è tutto, perché restringendo il campo d’indagine alla “Top Ten”, si nota come solo la Repubblica Ceca e gli Stati Uniti (con le sorelle Williams) possono vantare due giocatrici nella parte alta della classifica. Le ceche sono Petra Kvitová al sesto posto e Lucie Šafářová al nono, con Karolína Plíšková pronta a entrare fra le prime dieci già dal prossimo febbraio. Attualmente la giovane giocatrice, classe 1992, di Louny, occupa l’undicesima piazza ma la distanza dalla tedesca Angelique Kerber appare un ostacolo tutt’altro che insormontabile, alla luce del definitivo salto di qualità compiuto in questa stagione in cui la Plíšková si è consacrata definitivamente.
La ricetta segreta? La formazione meticolosa delle atlete, una maniacale attenzione per la preparazione mentale unita a una elevata crescita tecnico-tattica. È la strategia di David Kotyza, coach della Kvitová da sette anni, un autentico maestro del metodo finalizzato alla maturazione dell’atleta. Il suo sistema appare sin da subito molto singolare: all’inizio della collaborazione, Kotyza chiede sempre alla propria giocatrice di compilare un questionario. Una scelta mirata alla valutazione psicologica dell’atleta e a una conseguente autovalutazione della stessa. “Ero veramente sorpreso da come Petra intendesse il tennis, da quanto fosse intelligente. Mi scrisse i suoi pregi e i suoi difetti, i suoi punti forti e punti deboli e cosa dovesse fare per migliorali. Ha una determinazione granitica e la sua testa è un grande vantaggio per questo gioco. Mentalmente era una campionessa sin da ragazzina” ha confessato il coach parlando dell’inizio dell’avventura lavorativa con la Kvitová. Kotyza ha poi parlato nel dettaglio della sua metodologia. “Le giovani generazioni usano troppo il computer e il cellulare. È fondamentale non abusare di questi strumenti per lasciare spazio alla lettura, un allenamento del cervello indispensabile per la crescita mentale di un individuo”. Poca tecnologia e tanta lettura: una programmazione “old style” per preparare l’atleta a superare gli ostacoli della carriera professionistica.
Petra Kvitová conferma l’immagine di una campionessa fuori dal solito circo mediatico “pop”. Amante dichiarata dell’Italia – “La gente è molto simpatica e allegra. Il cibo è buonissimo e c’è sempre tanto sole”, è la confessione un po’ stereotipata della giocatrice di Bílovec, un piccolo centro della Moravia Slesia – nel tempo libero la 25enne campionessa ama starsene lontano dalle folle per rilassarsi, passare del tempo con il compagno di vita, giocare a hockey.
Un’attitudine riservata come un’altra delle protagoniste della conquista della Fed Cup, Karolína Plíšková: buon cibo, buona musica e romanzi (scrittore preferito: Paulo Coelho) ed una passione per i tatuaggi, ben due in stile tribale – ben visibili in tenuta sportiva.
Sono proprio loro le protagoniste del trionfo che lo scorso 15 novembre ha condotto la Repubblica Ceca alla conquista della nona Fed Cup della storia – contando anche le cinque vinte dalla Cecoslovacchia.
Nel modernissimo impianto indoor della O2 Arena, il team capitanato da Pála ha trionfato superando con il risultato di 3 a 2 la Russia. Decisivo il doppio, in cui le padrone di casa Plíšková e Strýcová hanno superato le russe Vesnina e Pavlyuchenkova in 3 set, dopo i quattro singolari in cui Kvitová e Plíšková per la Cechia e Sharapova e Pavlyuchenkova per la Russia si erano divise equamente la posta in palio. Il team di casa ha regalato dunque un’altra gioia al suo pubblico, ormai conscio della forza delle proprie ragazze.
Gruppo che non si limita solo alle già menzionate campionesse da top ten: leggermente più in là in classifica WTA abbiamo la Strýcová (42°) e la Hradecká (53°), entrambe già in una fase matura della propria carriera, così come la Koukalová (100°).
Si piazza al 62° posto del ranking di singolare Denisa Allertová: la giovane, classe 1993, avrà tutto il tempo per scalare posizioni e provare ad entrare nel gruppetto delle migliori del pianeta. Per quanto riguarda il doppio, sono 9 le atlete ceche tra le prime 100. La Šafářová è in 4° posizione, dopo aver disputato il Masters in compagnia della Mattek-Sands, mentre Hradecká e Hlaváčková occupano rispettivamente la 17° e la 20° piazza.
Visti i risultati brillanti, concludiamo con la curiosità che spesso coglie il lettore: “quanto guadagna una tennista professionista”? La Wta mette a disposizione anche una particolare graduatoria sugli introiti delle giocatrici, il ranking “Prize Money”. Petra Kvitová è riuscita a portare a casa nel 2015 ben tre milioni e trecentomila dollari, piazzandosi al settimo posto della classifica mondiale. Subito dopo troviamo la Šafářová con poco meno di tre milioni di dollari. Sopra al milione troviamo anche la Plíšková, che si ferma a quota 1.650.000, mentre la Strýcová e la Hradecká ricavano circa 700 mila dollari. Numeri d’altissimo livello che portano alla luce quella che ora è agli occhi di tutti una certezza: la Repubblica Ceca non rappresenta più solamente una bella speranza ma una realtà molto solida ai vertici del tennis femminile mondiale.
di Alessandro De Felice