”Italiano, orgoglioso di esserlo, ma esplicitamente cittadino del mondo.“
Questa è la frase d’apertura scelta da Gianni Russo, artista della fotografia di moda e fine art, sul suo profilo personale. Stregato da Praga già negli anni che accompagnano la „rivoluzione vellutata”, egli nella Città d’oro trae ispirazione dall’architettura eterna, dal fascino delle donne e dall’atmosfera magica e fiabesca che qui si respira. La passione per la pittura lo stimola a intraprendere una ricerca fotografica personale che abbina le modelle di Amedeo Modigliani ad una serie di ritratti di nudo dedicati a femmine sensuali vagamente assomiglianti a quelle delle tele. Le pose sono languide, i tessuti antichi e preziosi, l’illuminazione calda, erotica ed i colori carichi, da pennellata. Eppure le sue donne non sono di questo mondo. Consce della loro bellezza, paiono dee austere o madonne conturbanti, parimenti irraggiungibili pur essendo lì davanti a noi, a portata di mano e di sguardo. E’ il segreto dell’arte di Gianni Russo che, partendo da una materia prima fatta di ragazze vere e super terrene, sa elevarsi idealmente fino a rappresentare tutto il femmineo.
Sei stato tu a scegliere Praga o Praga a scegliere te?
Praga è come una bellissima donna che mi ha incantato. Ed io l´ho scelta.
Il tuo catalogo è un trionfo di nudi femminili. Ma oltre il nudo, qual è il filo conduttore di queste fotografie?
Il catalogo che citi si riferisce alla prima esposizione del progetto “Modì”, inaugurato a Praga lo scorso anno. Liberamente ispirato all´opera pittorica di Amedeo Modigliani, tale progetto è strettamente monografico nei soggetti, nella realizzazione tecnica, nelle luci, nell’atmosfera. Del resto la pittura e la fotografia sono parenti molto stretti.
Non c’è il rischio che queste immagini assecondino il cliché del nudo femminile?
Non penso. L´immagine di nudo femminile rappresenta il punto sublime dell’arte, come del resto dimostrano le tele classiche e i dipinti antichi. Il nudo ha forme differenti: può essere fine-art come scadere nella volgarità. Dipende dalla nostra cultura, dalla sensibilità. Prima di far denudare una modella di fronte all’obiettivo, io cerco di “spogliarla” nell´anima e nei pensieri per cercare di conoscerla. Mi piacerebbe che la gente, guardando le mie immagini, capisse questo concetto.
E come avviene questo avvicinamento?
E’ un gioco di stile, psicologia e sensibilità. Essere un bravo fotografo significa anche capire le persone, entrare in sintonia con loro. Occorre instaurare un rapporto temporaneo di complicità, stima, fiducia.
Come scegli le tue modelle?
Le modelle le scelgo in base al mio istinto e naturalmente in base al tema delle fotografie che voglio realizzare. Alla perfezione fisica e alle misure del corpo preferisco qualcosa di più intimo, di più indefinibile e alle modelle professioniste preferisco quelle inesperte. Credo che a volte la timidezza e la spontaneità possano dare alla foto qualcosa in più. Personalmente apprezzo la bellezza delle donne slave e ceche in particolare.
Il tuo progetto a Praga su Amedeo Modigliani ha avuto notevole successo fra il pubblico ceco, ma è rimasto praticamente ignorato dalla comunità italiana…
Più che ignorato dalla comunità italiana direi che non è stato sufficientemente supportato. Alla mostra c’erano comunque tanti amici italiani che mi hanno sostenuto e aiutato nella realizzazione del progetto.
Nelle foto della raccolta Modì sembra esserci qualcosa di Jan Saudek. E’ solo un’ impressione? C’è un fotografo al quale ti ispiri?
Saudek è il mio fotografo ceco preferito. Ma a parte i colori caldi delle fotografie del progetto Modí non ci sono altre similitudini. Anche le donne che Saudek fotografa sono diverse, le mie non sono così provocanti. Più che ispirarmi ad altri fotografi cerco di prendere a modello i grandi maestri della pittura: Caravaggio, Tiziano e ovviamente Modigliani.
Hai detto: “E’ Modigliani che ha scelto me, non io a scegliere lui’’. Sembra un’affermazione abbastanza forte, anche vanitosa?
No, e perché? È un´affermazione che nasce non dalla vanità, ma da alcune situazioni concrete e surreali che preferirei non raccontare.
Amedeo Modigliani è famoso anche per uno stile di vita eccentrico. Tu hai detto che Modigliani era tornato per respirare in te. Ti riferivi solo alla sua arte o anche al suo modo di vivere?
Soprattutto al suo modo di pensare. Di Modigliani si sono scritte e dette tante cose, ma rimane il mistero. Il mistero è una notte buia ed affascinante e se la rischiari con il sole, per quanto si possa amare il sole, la notte non è più notte ed il mistero non è più tale in tutta la sua bellezza.
La Parigi della belle-epoque o la Praga di oggi? Ti piacerebbe prendere la macchina del tempo e tornare a quell’epoca?
La mia macchina del tempo è l´immaginazione. E funziona benissimo.
I tuoi progetti futuri?
Le fotografie del progetto Modí iniziano a viaggiare anche all’estero e sto organizzando mostre, poi sto lavorando ad una nuova serie molto più “crudele”: si tratta di un viaggio interiore ai confini del male.