Mořic e František Antonín impreziosirono per oltre un secolo Brno con il barocco europeo
Al di fuori della Moravia il cognome Grimm è noto prevalentemente per i linguisti e filologi Jacob Ludwig e Wilhelm Karl Grimm, iniziatori della germanistica. Il loro “Es war einmal”, il nostrano “c’era una volta”, apre da oltre un secolo e mezzo racconti come Hänsel und Gretel, Rapunzel o Schneewittchen – Biancaneve e i sette nani, per il lettore italofono – che hanno segnato l’infanzia (e non solo) di intere generazioni, almeno nel mondo occidentale.
Dalle parti di Brno, invece, Grimm è il cognome che per quasi tutto il Settecento firma castelli, dimore nobiliari ed edifici religiosi. Nella storica capitale morava, Mořic Grimm e soprattutto suo figlio František Antonín avranno una carriera rilevante, sebbene la loro opera sia pressoché sconosciuta alle principali storie dell’architettura.
Il nome dell’architetto e costruttore tedesco Mořic Grimm – giunto dalla vicina Baviera – compare nei registri della gilda edile di Praga intorno al 1690, ma è poco dopo il volgere del secolo che avvia stabilmente la sua attività a Brno. Appena giunto in città completa il monastero domenicano, i cui lavori di ricostruzione erano stati iniziati a metà Seicento dal comasco Giovanni Battista Erna.
Nella sua cinquantennale carriera Mořic avrà modo di lavorare come architetto e ancora più come costruttore a moltissimi edifici, alcuni dei quali tutt’altro che trascurabili. Tra questi – tutti a Brno – non si possono tralasciare la costruzione del Palazzo Schrattenbach (oggi Biblioteca Jiří Mahen) su progetto dell’austriaco Christian Alexander Oedtl, il parziale adattamento barocco degli interni della Cattedrale di San Pietro e Paolo e il restyling con ampliamento del Reduta, uno dei più antichi edifici teatrali dell’Europa centrale. Mořic partecipa inoltre all’estensione settecentesca del Castello di Buchlovice, quando, su disegno di Domenico Martinelli, alla fortezza medievale saranno aggiunti una confortevole villa barocca e un giardino entrambi “all’italiana”.
Tra adattamenti barocchi, completamenti e ricostruzioni post-belliche l’attività di Mořic segna nei dintorni di Brno l’architettura della prima metà del XVIII secolo, appassionando il talentuoso František Antonín, al quale lascerà totalmente spazio a partire proprio dal 1750.
Come ogni giovane artista e intellettuale europeo del Settecento František Antonín aspira – come si direbbe oggi – ad una “formazione internazionale”. Il talento e il desiderio di imparare lo spingono alla ricerca di un panorama intellettuale dal respiro decisamente più ampio rispetto a quello che gli possono offrire gli orizzonti del Margraviato di Moravia. Così, appena ventenne, parte per il suo ‘piccolo’ Grand Tour. Prima tappa Vienna. Qui nel 1730 si iscrive all’Accademia dove studia disegno e pittura. La prima vera svolta avviene nel 1733 quando il suo nome è documentato come Academicus militaris e allievo del milanese Donato Felice d’Allio. Al seguito del maestro assisterà alla progettazione di alcune sue opere, tra cui parte dell’ampliamento in forme barocche e rococò del complesso abbaziale di Klosterneuburg, antico centro spirituale poco distante da Vienna che gli Asburgo ambivano a trasformare in una sorta di Escorial austriaco.
Pochi anni più tardi il giovane Grimm giunge a Roma, meta ambita da ogni architetto sin dal Rinascimento. Tra le gloriose vestigia del passato e il fermento artistico che ruota attorno alla corte papale František Antonín si fermerà circa due anni, entrando nell’atelier di Nicolò Salvi, autore di uno dei simboli della Roma del Settecento: la Fontana di Trevi. Allievo di Antonio Canevari che lo introdusse ad un’approfondita conoscenza del classico, Salvi sarà un grande progettista di apparati scenografici. Questo influenzerà František Antonín, come mostrano gli studi grafici riflettenti la cifra di Salvi e la sua spiccata abilità scenografica e la sensibilità per il linguaggio classico. Tra questi vi sono alcuni bozzetti proprio per la Fontana di Trevi e la facciata di San Giovanni in Laterano, oltre a rilievi della cupola di San Pietro.
Il soggiorno italiano di Grimm – durante il quale raccoglie disegni e documenti – tocca altre mete irrinunciabili per un architetto quali Vicenza, Caprarola, Milano, Torino e Bologna, riportando informazioni (inevitabilmente “contaminate” dal pensiero di Salvi) sul dibattito tra “antico” e “moderno” che imperversava all’epoca tra l’Italia e la Francia. Proprio in Francia František Antonín arriva nel 1740 per un breve soggiorno, al quale risale la tavola per un castello a lungo attribuita a Fischer von Erlach quale opera giovanile.
Paradossalmente il breve soggiorno francese condizionerà stilisticamente l’opera del giovane Grimm al ritorno in patria decisamente più degli studi romani, sebbene qualche dettaglio tipico della plasticità italiana compaia in alcune delle sue facciate. A differenza degli edifici a cui aveva lavorato assieme al padre, il barocco francese emerge infatti con chiarezza in molte sue opere autonome, sia quando si cimenta con delicatezza nell’architettura sacra – come nel caso della Chiesa della Santissima Trinità a Drnholec – sia quando sviluppa grandi dimore nobiliari. Ne sono esempio il Castello Napajedla costruito per Anna Maria von Rottal o i più imponenti castelli di Židlochovice e di Vizovice, veri e propri châteaux baroques con i loro parchi anch’essi dominati dallo stile francese. Un curioso caso nella cui facciata sembrano elegantemente fondersi l’attenta conoscenza del classico, la tradizione mitteleuropea e le grandi dimore francesi è la chiesa dell’Annunciazione a Šternberk, che František Antonín ricostruisce in forme classiche nell’ultimo quarto del Settecento.
František Antonín è anche un instancabile disegnatore e collezionista di tavole architettoniche. La sua raccolta va ben oltre l’interesse locale raccontando al pari della sua carriera e del suo talento anche l’ampiezza culturale di un architetto centroeuropeo dell’epoca.
La collezione di oltre un migliaio di fogli comprende in aggiunta a propri progetti e bozzetti architettonici, disegni di arti applicate e macchine operatrici, studi e rilievi di edifici esistenti nei quali si è imbattuto nei suoi viaggi e molti disegni di altri accumulati da lui e da suo padre. Alla morte di František Antonín la ricca raccolta è sfuggita all’infausto destino di molti analoghi fondi e collezioni passando al suo ultimo mecenate, il principe Karl Salm-Reifferscheidt, che ne ha permesso la conservazione in forma eccezionalmente integra. Consultabile anche online – sebbene limitatamente – larga parte della collezione è oggi conservata alla Moravská galerie presso il Palazzo del Governatore nel centro di Brno ricostruito in forme barocche proprio da Mořic e František Antonín Grimm.
di Alessandro Canevari