A oltre settecento anni dalla sua nascita, tra storia e leggenda, la sua figura non smette di affascinare. Dotato di immenso carisma e grande cultura, si servì del sapere rivelato, ma non esitò a percorrere anche le vie meno note di quello esoterico
Quando si parla di Praga e dei suoi rapporti con la cultura esoterica viene subito in mente la figura dell’Imperatore Rodolfo II d’Asburgo, sovrano che diede alla capitale boema la fama di “città magica” per eccellenza.
Se è vero che Rodolfo II contribuì enormemente alla creazione del mito della Praga esoterica, è altrettanto vero che prima di lui un altro grande sovrano aveva già, con la sua opera, legato indissolubilmente Praga alla storia dell’esoterismo occidentale: l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo. Come ha scritto Milan Špůrek, “Nel regno di Rodolfo II si proclamava ad alta voce ciò che durante il regno di Carlo IV era meditato invece in segreto”.
Carlo fu un sovrano illuminato che si circondò di artisti e sapienti e scelse Praga come sua residenza facendone il centro più importante del regno. Sotto l’Imperatore la città visse un periodo di forte sviluppo sia sul piano artistico e architettonico, sia su quello sociale e culturale. L’imperatore si avvicinò alla cultura esoterica nel corso del suo periodo di formazione in Francia e da lì la portò in Boemia. Proprio in Francia, ancora tredicenne, sperimentò lo stato di estasi religiosa ascoltando un sermone dello scolastico Pierre Roger, il futuro Papa Clemente VI e suo futuro amico e alleato. Pare che quando i due si incontrarono per la prima volta, il religioso gli profetizzò che un giorno sarebbe diventato un grande imperatore. Carlo, dal canto suo, gli rispose che però egli sarebbe diventato Papa prima.
Il sovrano considerava l’astrologia parte integrante della sua vita. Non intraprendeva nessuna cosa importante senza aver prima consultato gli oroscopi, e le date con l’ora esatta per l’inizio della costruzione di opere pubbliche erano altrettanto ricavate da calcoli di tipo astrologico.
Presso l’Università di Praga, da egli fondata, insegnavano importanti astronomi tra cui il Maestro Havel di Strahov (Gallus de Monte Sion), medico e astrologo di corte, che avrebbe fatto delle importanti profezie relative a varie alluvioni in città, indicandone l’anno preciso, e quella relativa all’incendio di Malá Strana, motivo per cui Carlo IV, che in un primo momento aveva proposto la fondazione della Città Nuova sulla riva sinistra della Moldava, cambiò idea orientando il piano sull’altro lato del fiume. Un altro professore venuto ad insegnare presso la nuova università fu il domenicano Giovanni di Dambach, teologo vicino al misticismo cristiano, al confine tra ortodossia ed eresia. Dambach riconosceva l’insegnamento di Eckhart von Hochheim,che fu scomunicato dal papa Giovanni XXII nel 1329.
L’Imperatore fece costruire molte opere pubbliche come il ponte che prende il suo nome, la cattedrale di San Vito e varie chiese, e proprio dalla costruzione di queste opere si evince la profonda attenzione che l’Imperatore dedicava alla materia esoterica e all’astrologia in particolare. All’interno della cattedrale sorge l’importante cappella di San Venceslao, che Carlo volle a pianta quadrata e che fece decorare con incrostazioni di pietre semipreziose lungo le pareti e sulle volte. Il motivo di questa singolare scelta decorativa, che non ha precedenti in Boemia, va ricercata nella simbologia della Gerusalemme Celeste che, secondo quanto scritto nell’Apocalisse, avrebbe forma quadrata e le sue mura sarebbero adorne di ogni specie di pietre preziose.
Nel giorno del solstizio d’estate la cattedrale di San Vito diventa la protagonista dello skyline praghese. All’osservatore che si trova sul Ponte Carlo, il sole intorno alle ore 20:30 tramonta esattamente sul presbiterio della cattedrale dove sono sepolti i re cechi e conservate le reliquie dei santi, offrendo uno spettacolo affascinante.
Ma l’importanza che l’Imperatore attribuì alle scienze esoteriche è visibile anche altrove. Nel 1348 al fine di ingrandire Praga Carlo fondò, come detto, la Città Nuova. Le mura gotiche della città si estendevano per quasi 3 chilometri e mezzo e il progetto includeva ventiquattro torri difensive, nonché quattro porte di ingresso. Anche qui l’Imperatore si ispirò al libro dell’Apocalisse, e le 24 torri rappresentano i 24 anziani seduti intorno al trono di Dio (Ap. 4,4), mentre le quattro porte i quattro Esseri Viventi (Ap. 5,8).
Anche la Città Nuova era stata disegnata, così come in piccolo la Cappella di San Venceslao, sul modello della pianta di Gerusalemme. L’imperatore voleva con la sua opera urbanistica rappresentare l’immagine in terra della Gerusalemme Celeste biblica, ma si ispirò anche alla Gerusalemme storica. Fece costruire la città in seguito ad accurati studi e nel rispetto della norma ermetica che vuole la compenetrazione di macrocosmo e microcosmo in tutte le cose. A mo’ di protezione magica della città ordinò la costruzione di cinque chiese a distanza regolare in modo da formare una croce visibile dall’alto. Queste chiese sono: quella della Vergine Maria Na Slovanech; quella dell’Assunzione della Vergine Maria e di San Carlo Magno; Santa Caterina d’Alessandria; Sant’Apollinare e la Chiesa dell’Annunciazione della Vergine Maria Na trávníčku.
Ma l’opera che più delle altre testimonia l’interesse per l’astrologia e l’esoterismo di Carlo IV è certamente il Ponte Carlo. Il 9 luglio 1357 con una solenne cerimonia di consacrazione, la prima pietra fu posta appena dopo l’alba, alle 5:31 in corrispondenze astrologiche molto precise sia per quanto riguarda il giorno sia per quanto riguarda l’ora. Dando uno sguardo alla data e all’ora di fondazione viene fuori un particolare interessante. I numeri in successione danno origine a una serie numerica considerata magica: 135797531, un numero palindromo. Una specie di protezione magica perché il ponte possa durare in eterno.
Poco prima, sul lato della Città Vecchia, era stata costruita una Torre che facesse da porta alla città. Questa torre ha una funzione simbolica importante perché tappa obbligata per i re che percorrevano a piedi la “Via Regia”, percorso estremamente esoterico e ricco di simboli che questi dovevano percorrere per essere incoronati. Durante alcuni lavori di restauro dell’edificio, effettuati tra gli anni ‘50 e ‘70 del secolo scorso, sotto il tetto vennero scoperte due scritte misteriose senza alcuno spazio tra le parole e palindrome. Queste recitano: “Signate, signate, mere me tangis et angis” (Tieni a mente che se mi macchi con il tuo tocco verrai strangolato); “Roma, tibi subito motibus ibit amor” (Roma, a te verrà sacrificato l’amore con degli sconvolgimenti). Queste frasi, che apparentemente non hanno molto senso, erano delle vere e proprie formule magiche di protezione simili a quelle frequenti sugli edifici medioevali in Italia come, ad esempio il noto: “Sator arepo tenet opera rotas”.
La torre è alta circa 47 metri, e venne costruita per essere un edificio “magico” di protezione, ricco di simboli cifrati. Sul lato sinistro troviamo un leone con in bocca una zampa di agnello, mentre, a destra, c’è un’aquila che ha catturato una lepre. Nel mezzo c’è una corona. Tutti significati astronomici e astrologici decifrabili solo da chi possedeva le chiavi del codice.
Altra passione dell’Imperatore, vicino al misticismo cristiano, erano le reliquie. Carlo ne possedeva una ingente collezione, ma soprattutto una che nel corso della storia futura d’Europa farà molto parlare di sé: la lancia di Longino o “Lancia Sacra”. Questa importante reliquia, che secondo la tradizione era stata la lancia che aveva trafitto il costato di Cristo, arrivò nelle mani dell’Imperatore nel corso del XIV secolo e rimase a Praga fino al 1424. Carlo se ne appropriò nel corso di un suo viaggio in Italia e per conservarla, insieme alle altre, fece costruire il castello di Karlštejn.
A oltre 700 anni dalla nascita, la figura di Carlo IV di Lussemburgo non smette di stupire. Uomo dotato di immenso carisma e grande cultura, si servì del sapere rivelato, ma non esitò a percorrere anche le vie meno note di quello esoterico, perché la sua città e il suo regno divenissero la realizzazione di quel modello di Stato ideale teorizzato da filosofi e da sapienti di ogni tempo e luogo. Un sovrano illuminato le cui opere ne celebrano le gesta ancora oggi.
di Mauro Ruggiero