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Tra marketing e promozione culturale: la città di Praga vuole istituire una residenza artistica per scrittori (possibilmente famosi) all’ombra dell’orologio astronomico

Un invito letterario. Nella città di Kafka, di Kundera, di Ripellino, di cantastorie antichi e moderni che hanno scritto descritto immortalato nelle loro pagine più belle la capitale avvinghiata alle rive della Moldava: Praga. Una città letteraria, di prose e versi che ne hanno intagliato il mito e il mistero, una bellezza di sangue e di sogni.

Consapevole del destino letterario della Città d’oro, il comune di Praga ha immaginato, per gli anni a venire, una residenza di scrittura per offrire ospitalità ed ispirazione a un grande scrittore – un premio Nobel, chissà – invitato a creare un’opera ambientata nella capitale. La proposta è di Eliška Kaplický Fuchsová, presidente della commissione comunale per la cultura e il turismo. Si tratterebbe di mettere a disposizione, nei pressi della Staroměstské náměstí, la Piazza della città vecchia, un appartamento, forse due; un punto di osservazione privilegiato per immaginare e raccontare una storia praghese all’ombra dell’Orologio Astronomico. Il progetto di residenza proposto dalla Kaplický Fuchsová sarà presto discusso dalle autorità comunali, intanto è certo che il palazzo, che fino ad alcuni anni fa era occupato da uffici comunali, sarà ristrutturato affinché ritrovi l’antica bellezza di un tempo.

Se la residenza di scrittura nel cuore della città vecchia, in appartamenti lussuosi, ha dell’eccezionale, la capitale ceca non è nuova a questo genere di iniziative: due anni fa la Biblioteca Municipale di Praga ha lanciato un progetto di ospitalità di scrittura per autori stranieri, un’iniziativa che ha riscosso un grande successo dalla prima edizione: “Ogni anno riceviamo più di cento domande di partecipazione da cui selezioniamo sei scrittori per una residenza di due mesi”, spiega Kateřina Bajo, coordinatrice del progetto Prague – City of Literature. Un’agitazione letteraria che non stupisce se si pensa all’incantesimo letterario praghese, una città capace di illuminare le pagine di autori tanto diversi quanto essenziali che, presi nella malia della leggenda o nella brutalità della storia contemporanea, hanno scritto romanzi, racconti, poesie, ormai dei classici. Pensiamo al Castello di Franz Kafka, che sebbene non dica mai il nome di Praga, non lascia dubbi sull’ispirazione. D’altronde “Praga era Kafka e Kafka era Praga”, come ha detto un grande nome della letteratura ceca, Johannes Urzidil, che a sua volta canta con malinconia la capitale ceca nella sua Amata Perduta.

Se è impossibile non pensare alla capitale ceca quando si pensa a Kafka, allo stesso modo, per noi italiani, è impossibile pensare a una Praga che non sia anche magica, quella di Ripellino. Praga magica è la metamorfosi di una città, un vagabondaggio urbano, storico, linguistico fatto di pieghe barocche e dorate, brillante come i cristalli di Boemia, e misterioso come le vie ciottolate del centro, la notte tardi, quando i turisti dormono, e Praga è mistero, ancora e sempre, nell’atmosfera arancione delle sue luci di strada.

E ancora, come non ricordare un romanzo simbolo come il Golem di Gustav Meyrink, pubblicato a puntate su una rivista fra il 1913 e il 1914 e poi in volume nel 1915. Una storia stramba, di realismo magico, con personaggi che ci fanno esplorare l’antico quartiere ebraico della città: un altro dedalo di memorie, gonfio di leggende, e ingolfato, oggi, più prosaicamente, da folle di turisti chiassosi.

La capitale mitteleuropea ha ispirato autori di tutte le nazionalità, e tra loro un grande della letteratura contemporanea: Philip Roth. Nel romanzo l’Orgia di Praga l’autore statunitense racconta la storia di un romanziere americano, Nathan Zuckerman, che tenta di recuperare i manoscritti non pubblicati di un autore yiddish. La sua ricerca si svolge nella Praga degli anni ‘70 quando la nazione è sotto il duro giogo comunista. Quest’opera è uno spaccato di storia contemporanea, che mostra come il comunismo poteva permeare tutti gli aspetti della vita dei cittadini cecoslovacchi. Il racconto, oltre l’intrigo, mostra una immagine vivida della città sotto il regime.

Lista incompleta, la nostra. Per dire tutte le opere che hanno cantato Praga servirebbe un volume. Ma è evidente che creare una residenza di scrittura qui ha un significato particolare. Come lo è stato per Luigi XIV quando nel 1666 ha fondato l’Accademia di Francia a Roma, Villa Medici. Forse la residenza artistica più prestigiosa al mondo che ospita ogni anno artisti e ricercatori in questo palazzo d’eccezione perché continuino le loro creazioni o ricerche. Questa residenza ha accolto artisti come Ingres, Debussy o Granier, e molti altri contemporanei oggi riconosciuti a livello internazionale.

Sempre francese è la villa Marguerite Yourcenar, situata nel cuore dei monti delle Fiandre, alla frontiera con il Belgio. Residenza europea di scrittura, accoglie ogni anno, per due mesi, degli scrittori di tutto il mondo che vengono qui per continuare o finire opere in corso sul sito eccezionale dell’antica proprietà familiare della famosa scrittrice francese.

L’iniziativa praghese pare calcata su questi modelli, ma è certo che ai nobili fini artistici, si alleano scopi più commerciali: invitare premi Nobel o autori di best-seller che scrivano della città, ambientando qui una delle loro opere, potrebbe attirare più turisti nella capitale, come è successo a Parigi o Londra dopo la pubblicazione del Codice da Vinci. Tuttavia c’è da chiedersi se l’effetto Dan Brown sia davvero auspicabile per una città dal centro storico già ingolfato giorno e notte da migliaia di visitatori. E c’è da sperare che dopo la sindrome di Parigi – il collasso psicologico di diversi giapponesi delusi dalla realtà della capitale francese tanto fantasticata – non si registrerà una nuova Sindrome di Praga. Potrà la magia delle pagine di un libro resistere dall’aggressività commerciale del turismo a basso costo?

di Edoardo Malvenuti