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A due anni dall’insediamento nella Capitale italiana, il colloquio con l’Ambasciatore Buriánek, tra ricordi e presente

Cinquant’anni appena compiuti, una moglie, tre figli e un curriculum a tutto tondo tra la Vecchia Europa e gli Stati Uniti, ma soprattutto un’esperienza di vita, di cultura e di politica che si porterà dietro per sempre, la stretta collaborazione con l’ex presidente ceco Václav Havel. Petr Buriánek, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Ceca in Italia ed a Malta dal 2011, ci accoglie per un colloquio, un bilancio di questi primi due anni in Italia nel suo ufficio nell’ambasciata a Roma in un’assolata giornata di luglio, una delle prime veramente estive che la stagione ha riservato al diplomatico nella sua permanenze romana. Una chiacchierata sull’Europa, sull’Italia, su Havel, appunto, e su una recente visita a Palermo, parte del suo lavoro ma anche della conoscenza delle “molteplici e diverse regioni” che compongono l’Italia e la rendono così affascinante e “difficile da capire”, come dice lui stesso.
16 ambasciatore trinita dei monti(L’ambasciatore Petr Buriánek con il figlio Matyáš a Trinità dei Monti, Roma)

L’Ambasciatore, che parla correntemente inglese, francese, croato, un ottimo russo e tedesco, si lancia anche in italiano, lingua che sta apprendendo e in cui in poco meno di due anni ha già appreso i rudimenti. “Ho visitato l’Italia come turista solo durante l’estate due o tre volte, oppure mi è capitato di essere qui per incarichi del ministero – spiega Buriánek. – Nel mio incarico di ambasciatore in Croazia dal 2003 al 2007, però, ho sentito anche un po’ d’Italia e ho appreso molto dai rapporti tra Zagabria e Roma. In quella occasione per me è stato interessante scoprire che nel Nord-Est del Paese esiste una minoranza ceca e una italiana che vivono nella stessa area e da tempo cooperano”. Ma “lavorare da diplomatico in Italia non è una cosa semplice – ammette l’ambasciatore. – Si tratta di un Paese molto importante nella Ue, fa parte della Nato, del G8 ed è un player centrale nella scena europea. L’Italia è un organismo molto complesso, dipende anche dal fatto che è stata unificata 150 anni fa, per questo motivo ci sono regioni diverse l’una dall’altra, per le autonomie che non sono solo giuridiche: ognuna ha le sue caratteristiche, è difficile da comprendere. Dal punto di vista del lavoro incontriamo un’elevata professionalità. Una combinazione molto piacevole e una grande sfida per capire il Paese e promuovere e sostenere i rapporti bilaterali”.

Per l’ambasciatore ceco, con una specializzazione in Storia Moderna sull’Europa Centrale, frequentazione del Goethe Institut a Berlino, dell’Università di Perpignan, dell’United States Information Agency e dell’Ecole National d’Administration, uno dei periodi più intensi della sua formazione personale e politica è stato però quello a fianco di Havel. Lo ricorda con commozione, parlando di quello che lui stesso definisce un “lascito” alle generazioni europee di oggi e di domani. “Considero la sua opera più attuale oggi che qualche anno fa. Oggi si parla della mancanza delle grandi personalità nell’Ue, quelle che sarebbero in grado di dare un indirizzo all’Europa. Se prendiamo i suoi discorsi sul tema europeo e sui temi internazionali possiamo trovare ispirazione anche per gli statisti di oggi – spiega ricordando l’artefice della Rivoluzione di Velluto. – Lui concepiva l’Ue come un’entità molto complessa non solo politico-economica ma anche come un’entità fatta di valori e di fondamenta spirituali. Credo che ancora più importante sia stato che questi valori non li abbia solo enunciati ma anche vissuti. Nella personalità di Havel si manifestava una combinazione interessante: da una parte la riflessività, dubbio, esitazione, dall’altra la determinazione nel prendere le decisioni”.

Havel, prosegue Buriánek, “era una persona molto timida, ascoltava, rifletteva moltissimo e alla fine riusciva a esprimere un coraggio personale molto forte diversamente da quanto accade spesso oggi: molte persone non dubitano mai delle proprie posizioni o opinioni ma quando si tratta di tradurle in fatti… tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Io vedo la sua ispirazione, il suo lascito non solo nei pensieri ma anche nella sua vita, nel modo in cui l’ha vissuta”, conclude.

E per questo l’ambasciatore è rimasto molto impressionato e soddisfatto di quanto accaduto a Palermo a fine giugno. Il comune, infatti, intitolerà una strada o una piazza all’ex presidente ceco Václav Havel, scomparso nel 2011. L’annuncio e la promessa è stata fatta dallo stesso sindaco Leoluca Orlando all’ambasciatore ceco in Italia in occasione della Rassegna cinematografica dei Paesi del gruppo di Visegrád che si è svolta nel capoluogo siciliano. “Durante l’incontro con Orlando, il sindaco stesso mi ha comunicato l’intenzione di intestare una strada o una piazza ad Havel. Una cosa fuori dal comune perché in Italia l’intestazione avviene solo a 10 anni dalla morte del personaggio. Il sindaco sta anticipando i tempi: è un gesto di amicizia non solo verso la Repubblica Ceca ma anche verso l’Europa centrale. È un gesto di rispetto verso Havel, un personaggio che ha messo le radici anche in Sicilia”.

Un ulteriore segnale della qualità dei rapporti tra i due Paesi che nel 2012 hanno raggiunto un picco, con le visite di ministri, premier e presidente della Repubblica. “I rapporti tra Repubblica Ceca e Italia nell’ultimo anno sono stati molto intensi – conferma l’ambasciatore. – Per noi l’Italia è per tradizione un partner molto importante sia dal punto di vista commerciale sia per il ruolo di Roma nell’Ue e nella Nato. Abbiamo interessi e posizioni comuni: l’ulteriore integrazione dei Balcani occidentali nell’Ue, l’adesione della Turchia all’Ue, i problemi nel Medio Oriente e tra Israele e Palestina. Possiamo ammettere che geograficamente esistono delle differenze nelle vedute per quanto riguarda l’Est europeo e l’Africa del nord: ovviamente l’Italia ha maggiori interessi nei confronti dell’Africa del Nord e del Mediterraneo, Praga allo stesso modo per storia e tradizioni pone l’accento sulla partnership con i Paesi orientali come Ucraina, Bielorussia, Moldova e del Caucaso. Ma in queste direzioni, Sud ed Est, ci ascoltiamo l’un l’altri”.
17 ambasciatore VVa_prezident._8.zari2011.d.(Con il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, durante la presentazione delle Lettere Credenziali, ottobre 2011)

Le visite che si sono svolte nel 2012 “in un momento molto complesso dell’Eurozona, direi quasi critico, ci hanno aiutato a capirci meglio. Per questo vorrei che non rimanesse un unicum ma che la frequenza e il livello di questi incontri diventi una consuetudine per il futuro”. E nei rapporti tra i due Paesi Buriánek ricorda un tassello che si perde nella lontana Prima Guerra Mondiale, ma che ad oggi è alla radice di ottimi rapporti: “La storia delle legioni cecoslovacche costituitesi in Italia nella Grande Guerra deve essere tramandata e diffusa perché è unica e interessante. Si tratta della costituzione di un esercito cecoslovacco indipendente in Italia che ha lottato a fianco degli italiani contro il nemico. Siamo grati alle associazioni nel Nord d’Italia che curano le tombe dei legionari cecoslovacchi e grazie a questo ne trasmettono la memoria. Una eredità che vale la pena curare”.

di Daniela Mogavero