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L’intenso rapporto con la Penisola del re di Boemia e imperatore del Sacro Romano Impero. Ce ne parla lo storico Pavel Helan
Nell’ottobre del 1332, vicino Modena, il giovanissimo Carlo, alla testa di un esercito di cinquemila soldati, vinse la sua prima battaglia, dimostrando una preparazione militare impensabile per un giovane di 16 anni

Durante la primavera di quest’anno abbiamo assistito a Praga e in tutta la Repubblica Ceca a un ricco programma di celebrazioni in occasione del 700° anniversario della nascita di Carlo IV (1316-1378), generalmente riconosciuto come una delle personalità più significative della storia d’Europa.

I cittadini della Repubblica Ceca, secondo i sondaggi che periodicamente vengono effettuati, gli riconoscono in maggioranza lo scettro di padre della patria, anteponendo il suo nome a personaggi vissuti in tempi più recenti, come lo sono stati Tomáš Garrigue Masaryk, il promotore della indipendenza nazionale e della nascita della Cecoslovacchia nel 1918, e Václav Havel, l’eroe della Rivoluzione di Velluto.

“Parliamo di un uomo nato 700 anni fa e potrebbe apparire difficile dire cosa rimane oggi di lui nella coscienza nazionale del nostro popolo. Eppure, basta una semplice passeggiata per Praga oppure una gita a Karlovy Vary o a Karlštejn, per rendersi conto della enorme eredità che ci ha lasciato” ricorda lo storico e docente universitario Pavel Helan, il quale non ha certo difficoltà a elencare alcuni fra gli esempi più significativi di luoghi e istituzioni fondati dall’Imperatore, che ancora oggi portano il suo nome: “Potremmo citare l’università Karlova e il Karlův most, così come la Karlovo náměstí, popolarmente nota come Karlák, la grande piazza situata nella Città nuova, il quartiere cittadino fondato proprio da Carlo IV”.

È proprio Helan – docente non causalmente dell’Università Carlo di Praga ed esperto dei rapporti nella storia fra Italia e Terre ceche – a ricordarci lo stretto rapporto che l’Imperatore ebbe anche con la Penisola e a parlarci di alcune località italiane particolarmente significative per la sua vita e la sua politica. Carlo in realtà trascorse diversi periodi in Italia, soggiornandovi e viaggiandovi nel complesso per alcuni anni, lasciando indubbiamente la storia dietro di sé.

“Mi viene in mente – racconta Helan – il piccolo borgo medioevale di Montecarlo, in Toscana, nei pressi di Lucca, la cui storia è particolarmente significativa. Montecarlo deve la sua nascita proprio al nostro Imperatore, che nel 1333 fortificò la rocca rendendola un presidio militare strategico durante le guerre del XIV secolo fra Lucca e Pisa, tanto da liberare Lucca dall’occupazione dei pisani. È interessante sottolineare che fra tutte le località da lui fondate e alle quali Carlo IV ha lasciato il suo nome, Montecarlo sia stata, in assoluto, la prima”.

Non è un caso che quest’anno, per celebrare questo 700° anniversario, il comune di Montecarlo abbia organizzato – in collaborazione anche con l’Ambasciata della Repubblica Ceca in Italia – la manifestazione “I giorni dell’imperatore”, con un cartellone di eventi che vanno dalle rievocazioni storiche in costume, alla mostra “Carlo IV in Italia”. Festeggiamenti che continueranno fino ad ottobre, mese in cui qui si terrà un convegno sulla figura del regnante.

“Non so sino a che punto la figura di Carlo IV sia nota fra gli italiani. La vostra storia è così ricca di re e imperatori, che probabilmente per un italiano medio è difficile ricordarseli tutti. Posso però dire con certezza che a Montecarlo non c’è abitante che non lo conosca, perché lì, ancora oggi, ogni angolo parla ancora di lui e delle sue gesta. Vi producono persino un ottimo vino, che sull’etichetta riporta il suo nome” sorride Helan, il quale, in occasione di questo 700° anniversario, si è recato di recente in Italia con una troupe della Česká televize, per la realizzazione della serie televisiva “Sedm pečetí Karla IV”, il Settimo sigillo di Carlo IV. Innumerevoli le tappe, in dieci giorni intensi di riprese televisive. Oltre a Montecarlo, Helan ci ricorda tutta una serie di località legate alla figura di Carlo: Lucca, la città italiana alla quale era forse più legato; Pisa dove l’Imperatore rimase coinvolto in uno scontro fra famiglie rivali, rischiando la vita in un palazzo che venne dato alle fiamme; Parma, la vera capitale della Signoria dei Lussemburgo in Italia; poi Mantova, città nella quale l’Imperatore ebbe modo per la prima volta di conoscere Petrarca; Milano, dove venne incoronato Re d’Italia, e chiaramente Roma, dove Carlo giunse due volte, la prima nel 1355 per la sua incoronazione a Imperatore.

“La prima destinazione italiana di Carlo – sottolinea lo storico – fu però nel 1331 Pavia, località alla quale è legato anche uno dei momenti più drammatici della vita del futuro imperatore. Vi arrivò appena quindicenne, inviato da suo padre, re Giovanni di Lussemburgo. Il suo compito era di consolidare il potere dei Lussemburgo nel nord dell’Italia dove Giovanni aveva fondato la sua signoria. In quel periodo la Penisola era un vero ginepraio, sconvolta dalle lotte di potere. Carlo dovette rendersi conto sulla propria pelle di quale fosse il clima, quando cercarono di avvelenarlo, in un vero e proprio tentativo di omicidio politico. Era alloggiato nel convento dei monaci agostiniani e a salvarlo fu il digiuno che osservava in quei giorni di Settimana santa. Il mandante era Azzone Visconti, signore di Milano, grande nemico dei Lussemburgo”.

Particolarmente significativa fu – appena un anno dopo, nell’ottobre del 1332 – l’esperienza di San Felice sul Panaro, vicino Modena, dove il giovanissimo Carlo, alla testa di un esercito di almeno cinquemila soldati, vinse la sua prima battaglia, sconfiggendo una coalizione di Estensi, di Scaligeri e di Gonzaga e soprattutto dimostrando una brillante preparazione militare, del tutto impensabile per un giovane di 16 anni. La vittoria in quella battaglia avvenne nel giorno di Santa Caterina, santa alla quale Carlo rimase molto devoto per tutta la vita, come dimostrano tutta una serie di opere artistiche, statue e immagini dedicate alla martire che egli sempre promosse.

“A proposito della sua figura di condottiero militare e del suo coraggio, vorrei però citare una località italiana che si tende talvolta a dimenticare. Si tratta di un piccolo castello, una fortezza militare arroccata in una altura della Valle del Primiero, in Trentino Alto Adige, in una posizione quasi imprendibile e della quale oggi rimangono solo i ruderi. Carlo lo espugnò nel 1337. È un luogo dove ancora oggi per un turista è difficilissimo arrivare in cima e sembra quasi impossibile che Carlo ebbe l’ardimento di compiere quell’impresa nel corso di una battaglia, alla testa dei suoi soldati”.

Un accenno inevitabilmente anche al rapporto di Carlo con gli italiani. A questo riguardo è indispensabile parlare della notevole suggestione che l’Imperatore ebbe su Francesco Petrarca. L’intellettuale italiano, visto il periodo di prestigio e prosperità che Carlo era riuscito a donare a Praga e alla Boemia, pensò che potesse avere un ruolo fondamentale anche per il bene della Penisola, il che spiega le reiterate esortazioni che gli rivolse fra il 1351 e il 1353, chiedendogli di venire a pacificare l’Italia. Richieste che andarono peraltro deluse. I due si incontrarono poi per due volte: la prima a Mantova, nel 1354, durante il viaggio verso l’incoronazione imperiale, poi nel 1356 quando il poeta si recò in veste di ambasciatore visconteo alla corte praghese.

“Va detto che anche Carlo subì notevolmente il fascino di Petrarca” sottolinea lo storico Helan, ricordando che Carlo giunse a chiedere all’intellettuale italiano di trasferirsi a Praga come istitutore dei propri figli, incarico che Petrarca finì però col rifiutare.

di Giovanni Usai