La festa più bella dell’anno in Repubblica Ceca ha l’aspetto idilliaco datogli da Josef Lada
Una soffice coltre di neve copre i tetti di case e campanili. Di giorno sorridenti bambini con i volti arrossati e sciarpe colorate al collo scivolano con lo slittino o pattinano sul ghiaccio, alcuni costruiscono pupazzi di neve, altri vanno di casa in casa a intonare canti natalizi in cambio di dolciumi. Di notte piccoli fiocchi di neve si posano sul paesaggio tranquillo e deserto mentre sulle silenziose stradine si notano solo le impronte della guardia notturna o della gente che si reca alla messa della Vigilia. L’inconfondibile mano di Josef Lada, uno dei più noti illustratori cechi, ha colto in centinaia di opere l’atmosfera dell’inverno ceco e del Natale. Vedute cariche di gioia e poesia che da decenni vengono riproposte su cartoline, calendari e libri per bambini.
“Ho la sensazione che le feste natalizie siano da sempre legate alle immagini di Josef Lada” scrive in un blog Jana, che ogni anno sceglie le cartoline d’auguri con i motivi dell’artista. Nei suoi disegni l’inverno ha una tale magia da incantare tutti, specialmente gli adulti che s’immedesimano in quei quadri e ricordano come da piccoli bastasse una battaglia a palle di neve per divertirsi.
L’atmosfera è ora gioiosa ora nostalgica, come si addice al Natale. “Presenta uno sguardo autentico sulle campagne e sui paesaggi cechi” aggiunge Petr. Sono state proprio la “cechità” e semplicità dei suoi bozzetti a renderlo così celebre. Per tutta la vita il modello dei villaggi ritratti è stato Hrusice, pittoresco paesino non lontano da Praga che nel dicembre 1887 diede i natali a Lada. Eppure la vita reale era lontana dall’idillio dei suoi acquerelli. A casa Lada si viveva in povertà, come nella maggior parte delle famiglie contadine. Con il tempo i ricordi d’infanzia si sono abbelliti e trasformati in sogno.
Lada raffigura ogni stagione con le relative abitudini ma la più apprezzata è quella fredda. Nel dicembre 2013 il Museo Kampa ha allestito la mostra “Cosa porta l’inverno”. Molte erano le immagini natalizie degli anni venti e trenta: Český betlém, Jesličky, Gloria in Excelsis Deo, Vánoce o Štědrovečerní noc. Autore di circa 15mila disegni e 400 quadri, Lada lavorò ai motivi natalizi in decine di varianti. Si concentrò soprattutto sull’attualizzare la classica raffigurazione della natività. Pur appartenendo alla generazione che cercava d’imporre il cubismo e le tendenze astratte, era un ribelle, un artista indipendente che applicava principi espressivi moderni anche a tematiche convenzionali. La sua originalità consiste nell’aver inteso la nascita di Gesù come un evento puramente ceco. Ambienta i suoi presepi nell’innevata campagna boema dove la gente veste i costumi locali di un secolo fa. La sua visione è però talmente naturale che sembra non possa essere avvenuto altrimenti.
Un presepe con le figure di Lada si nascondeva anche all’interno dell’albero di Natale di Piazza Venceslao dell’anno scorso. Nel 2015, per la prima volta nella storia, i mercatini di Praga hanno tratto ispirazione dai disegni del famoso illustratore. “La fusione dei più grandi mercatini natalizi nel centro di Praga con i tradizionali motivi di Josef Lada mi piace e spero piaccia anche ai visitatori”. Così Josef Lada, omonimo nipote del pittore, esprimeva l’orgoglio di tutta la famiglia per l’iniziativa. “Sono soprattutto curioso di vedere l’utilizzo dei suoi soggetti in grandi dimensioni”. Obiettivo che sembrava difficile da raggiungere poiché le più grandi opere di Lada non superano i 70 cm. Alcune sono state riprodotte in giganteschi fotolibri in 3D mentre un paesino sviluppato su dieci metri di lunghezza circondava il tronco dell’albero di Natale in Piazza della Città Vecchia. Tutte le decorazioni, fatte a mano e su misura, aprivano letteralmente delle finestre sull’inverno di Lada. Finestre collocate sui tetti o sulle insegne delle casette nelle due piazze dove spuntavano tipiche scene invernali. Altre appese ai rami dell’imponente abete dagli addobbi bianco-dorati da cui facevano capolino il gatto Mikeš, un piccolo caprone e la guardia notturna. Le stesse figure che osservavano la piazza dal panoramico ponte centrale.
Forse questi personaggi dicono poco ai tanti turisti stranieri che affollano la città d’oro. All’estero Lada è principalmente conosciuto come autore delle illustrazioni del romanzo umoristico Il buon soldato Švejk. La sua attività è stata invece molto eterogenea. Incantato fin da piccolo dai dipinti di Mikoláš Aleš, nel 1905 si trasferisce a Praga dove frequenta i corsi di disegno alla scuola d’arti e mestieri e cerca di mantenersi come caricaturista. Le immagini umoristiche sono un numero inesauribile. Due anni dopo stringe amicizia con Jaroslav Hašek. Nel 1926 saranno proprio le vignette per l’edizione a fascicoli dello Švejk di Hašek a portare a Lada la notorietà su scala mondiale. Già prima della guerra si dedica alle illustrazioni di libri. Tra le prime c’è Moje abeceda (Il mio abbecedario, 1911). Ogni figura è legata a sue brevi filastrocche che sono ancora oggi, dopo tante generazioni, il primo incontro degli scolari con un libro. Tra le tante favole da lui scritte vanno citate La piccola volpe astuta o il Gatto Mikeš ma i suoi schizzi accompagnano anche i testi di noti poeti come Karel Erben o Jaroslav Seifert. All’attività di umorista e illustratore si accompagna fin dall’inizio quella di redattore di periodici e riviste. Una pagina sostanziale della sua vita che dura fino al 1942, quando gli viene imposto il divieto di pubblicare. Nel 1947 è nominato artista nazionale e dieci anni più tardi dipinge il suo ultimo quadro, Hastrman v zimě (Il vodník in inverno, 1957). Il vodník, lo spirito delle acque, seduto a fumare la pipa su un ramo sospeso sulla superficie ghiacciata dello stagno, s’intona perfettamente con la pace del paesaggio serale. Era uno dei suoi soggetti preferiti, accanto alla guardia notturna.
Quest’ultima è protagonista di Ponocný (La guardia notturna, 1947), opera di cui si è parlato nel 2012. Lo si può definire l’“anno di Lada”, perché ricorrevano 125 anni dalla sua nascita e 55 dalla morte e due sue opere sono state battute all’asta a cifre da record. In marzo Mikuláš, čert a anděl (San Nicola, il diavolo e l’angelo, 1944) viene venduto per 850mila corone, in novembre è la volta di Ponocný per 1,2 milioni di corone. “Ponocný è inserito in un’ambientazione cittadina, senza per questo attenuare la forza folcloristica del motivo” spiega la sua atipicità Michal Šimek, esperto della società d’aste Dorotheum. “La pittura è eccezionale sia per la dimensione superiore alla media, sia per la precisa esecuzione” lo elogia il nuovo proprietario, “è più prezioso di un Filla”. Se il più valutato Emil Filla contribuì a diffondere il cubismo traendo spunto dalle composizioni di Picasso, Lada trovò un modo d’esprimersi originale. “Non si è lasciato influenzare da nessun movimento artistico e ha limato il suo stile tanto da diventare uno degli illustratori cechi più richiesti”.
Possedere un Lada autografo sta diventando uno status symbol. È un autore talmente popolare fra i collezionisti che i suoi lavori restano raramente invenduti. Tra il 2010 e il 2012 si sono spesi oltre 13 milioni per le sue pitture, apprezzate per la pulita linea continua e la raffinata ricchezza di colori. Gli appassionati d’arte preferiscono in genere le pitture a olio su tela o tavola. Lada, che dipingeva unicamente su carta e prediligeva l’acquarello, è un’eccezione. Si possono nascondere ancora molti originali nelle case dei privati. Durante la seconda guerra mondiale, quando poteva vendere solo ai privati, “ha dipinto scene dell’uccisione del maiale per il macellaio in cambio di un paio di tagli di carne o il vodník per il mugnaio per un sacco di farina” dice Aneta Ondráčková, responsabile della sala d’aste Galerie Národní 25.
Oltre che nelle sale d’asta, molte sue opere sono parte delle collezioni boeme e morave, a cominciare dall’esposizione permanente d’arte moderna della Galleria Nazionale di Praga. Il successo ha un rovescio della medaglia. Nel 2002 il furto di otto quadri dal Museo Josef Lada a Hrusice ha costretto a sostituire gli originali con delle copie, riproduzioni di alta qualità e stesse dimensioni usate anche per varie esposizioni.
D’altronde la sua fama ha varcato i confini nazionali. I giapponesi, che hanno tradotto numerosi titoli da lui illustrati, sono fra gli stranieri più numerosi a visitare il monumento di Hrusice mentre nel settembre 2015 i lavori di Lada, dei fratelli Čapek e di Antonín Dvořák sono arrivati in Cina, al museo di Chengdu, con la mostra “Modestia e maestà, storia e cultura della Boemia centrale”. Nel 1996 a questo artista, creatore della fiaba del Natale ceco, è stato addirittura dedicato un corpo celeste, l’asteroide “17625 Joseflada”.
di Sabrina Salomoni